Da oggi la senatrice Liliana Segre è cittadina onoraria di Corleone. Il riconoscimento le è stato conferito durante un Consiglio comunale straordinario, riunito in una data non casuale. Oggi ricorre infatti il 78esimo anniversario del rastrellamento del ghetto ebraico di Roma, durante il quale furono deportati nel campo dì concentramento di Auschwitz 1.024 ebrei, di cui 200 bambini: solo 15 uomini e una donna fecero ritorno a casa.
Gli studenti protagonisti
Al Consiglio comunale odierno hanno partecipato anche docenti e studenti dell’istituto comprensivo «Giuseppe Vasi» e del liceo «Don Giovanni Colletto» per un momento di approfondimento sulla tematica dell’antisemitismo, con messaggi e poesie dedicati alla senatrice. «La Shoah è stata una tragica tappa della storia italiana - ha detto l’assessore alla Cultura, Giusy Dragna -. Cittadini come Liliana Segre dovrebbero essere cittadini di tutto il mondo». «Bisogna essere molto attenti - aggiunge il presidente del consiglio comunale Pio Siragusa - perché la storia ci insegna che certi fatti inquietanti si possono ripetere».
L'incessante richiamo contro ogni forma di odio
La cittadinanza onoraria alla senatrice a vita è stata conferita con questa motivazione: «Per lo straordinario impegno profuso nel conservare e tramandare la memoria alle future generazioni e per l’incessante azione di richiamo al valore della vita umana, contro ogni forma di odio, prevaricazione e discriminazione». Liliana Segre, testimone dell’Olocausto, sopravvissuta ai campi di sterminio, ha inviato una lettera a tutti i cittadini corleonesi. «È un onore per me aver ricevuto la cittadinanza onoraria della vostra città e assai significativo vederla formalizzata proprio in una data significativa come il 16 ottobre. - ha scritto - Purtroppo ragioni di età, di salute e di sicurezza mi impediscono di essere presente fra voi come vorrei. Auguro però il miglior successo all’iniziativa e ringrazio di nuovo per il riconoscimento tributatomi e per l’impegno a favore della memoria e della cultura e del rispetto e della solidarietà».
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