Hanno subìto politraumatismi stradali o sul lavoro. Qualcuno, invece, ha avuto ictus o coma post anossico da arresto cardiaco. Ma tutti condividono un’unica passione: il teatro. Tanto da mettere in scena (e non è la prima volta) quanto imparato all’interno del laboratorio teatrale all’interno dell’ambulatorio di gravi cerebrolesioni che afferisce all’Unità operativa di riabilitazione dell’ospedale Buccheri La Ferla Fatebenefratelli di Palermo, diretta dal dottor Giorgio Mandalà. La fissazione è peggio della malattia, per i nove attori andati in scena ieri, non è un modo di dire ma proprio il titolo dello spettacolo da loro ideato e scritto. Con La fissazione, dunque, è ripartita la prima rappresentazione post-lockdown del Laboratorio di teatro interattivo che ha messo in scena pazienti affetti da gravi cerebrolesioni acquisite. Ma, oltre a recitare, i magnifici nove sono stati anche costumisti e, sotto molti punti di vista, anche i registi del loro spettacolo mentre gli scenografi sono stati i pazienti inseriti nell’ambulatorio riabilitativo di arte terapia, un percorso in rosa sotto la guida della fisioterapista Adriana Di Gangi, della neuropsicologa Simona Ficile e della logopedista Maria Rosa Molene. Il laboratorio prevede sedute di gruppo di riabilitazione motoria, neuropsicologica e logopedia con lettura, l’apprendimento e la recitazione del copione condiviso da tutto il gruppo e la terapia occupazionale con l’obiettivo ultimo dell’allestimento della scenografia. «Iniziativa come questa- ha dichiarato fra Alberto Angeletti, il Superiore dell’ospedale- hanno un grande valore umano, educativo e sociale. Il teatro per i pazienti rappresenta sia l’opportunità di fruire di momenti di svago che l’occasione per fare emergere tutta la bellezza della differenza, in uno scenario che rivendica la necessità dell’integrazione: i pazienti si mettono in gioco in una vera e propria sfida con loro stessi accrescendo notevolmente la stima e la fiducia nelle proprie capacità». La trama della commedia? Un uomo ruba della verdura al cognato il quale, per ripicca, gli fa credere di aver avvelenato il suo terreno e tutto ruota intorno all’attesa e all’organizzazione della morte annunciata che, invece, non arriverà fino al disvelamento dello scherzo. Una sceneggiatura che, tra serio e faceto, esprimeva, per certi versi, le esperienze di premorte vissute da molti dei pazienti-attori. «Attori si ri-nasce e l’aspetto principale del laboratorio, presente in città già dal 2015, è la socializzazione tra persone che hanno vissuto la stessa esperienza in un contesto ludico e riabilitativo e il reinserimento familiare e sociale - spiega Giorgio Mandalà - il teatro per pazienti con gravi disabilità a causa di cerebrolesioni acquisite, e con un periodo di coma più o meno prolungato, si è già rivelato uno strumento importante di riabilitazione contribuendo al recupero e alla progressiva crescita delle abilità motorie, cognitive e relazionali residue. Al Buccheri, oltre alle strategie tradizionali di stimolazione al risveglio, eseguiamo l’elettrostimolazione transcranica a corrente diretta (tDcs) mentre siamo in attesa dell’approvazione del Comitato etico per la collaborazione con l’ospedale di Wuhan che effettua con efficacia l’agopuntura per il recupero della coscienza dal coma in gravi lesioni cranio-cerebrali».