Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Dai panni del figlio di Rosy Abate in tv all'amore per il Palermo, Vittorio Magazzù si racconta

Vittorio Magazzù, tanto successo accompagnato dal nobile binomio: passione e lavoro. Il liceo classico Garibaldi di Palermo, l’amore per le tragedie greche siracusane e i suoi primi approcci con il teatro già da piccolo studente.

‘’Il mondo dello spettacolo è pronto a ripartire - racconta il giovane attore siciliano - anche se ci sono parecchi attori che stanno avendo problemi a reinserirsi. Ci sono meno produzioni, di conseguenza meno possibilità. Una cosa che non si sa del nostro lavoro è che, eccezion fatta per i livelli davvero alti, quelli in cui sono le produzioni a chiamare te, a volerti, non puoi davvero fare una programmazione futura. Io proprio dopo Rosy Abate, punto apice della mia carriera, ho attraversato contestualmente il periodo più difficile: il mio più grande stop è stato proprio dopo quella fiction’’.

Poi ‘quello sport’, il calcio; che è anche linguaggio, modo per riconoscersi, o, ancora meglio, per ritrovarsi. Miscela irrazionale di bellezze e trepidazioni. Un capitolo che ha accompagnato il giovane attore siciliano, grande conoscitore: ‘‘Seguo il calcio in modo eccessivo, quasi spasmodico (sorride, ndr). Non l’ho mai lasciato da calciatore, non gioco più tanto come prima per il crociato rotto da ormai 5 anni. Ma non ho mai lasciato questo amore. Il mio sfogo calcistico qui a Roma l’ho trovato grazie alla convocazione in nazionale attori. E poi c’è il fantacalcio, quindi seguo costantemente la Serie A’’.

Vittorio - reticente alla stigmatizzazione che accompagna determinate scelte di vita nella nostra isola - non ha mai avuto dubbi sul suo percorso: ‘’Sappiamo com’è Palermo, anche a livello sociale. Quando vieni da una famiglia dignitosamente borghese e fai una scelta che spezza la tradizione professionale, questo crea spaesamento. La mia è una famiglia di avvocati, tutti lo sono. C’era un’aspettativa su di me che andava verso quella strada. Una scelta artistica è sempre una presa di posizione. Dopo il liceo ho chiesto che mi concedessero un anno, 365 giorni per capire cosa vuol dire entrare in questo mondo. Adesso sono sicuro che ci sia meno scetticismo in famiglia’’.

Il trasferimento a Roma avviene nel 2015, quando Vittorio ha 18 anni. Si iscrive all’Accademia di Teatro ‘Stap Brancaccio’: ‘'Per fortuna il primo ruolo l’ho trovato proprio al termine del primo anno di studi con la fiction ‘’Questo nostro amore’’. Così - dice sorridendo Vittorio - Nonno Santi, vedendomi in tv, si è potuto ricredere sulla mia scelta".

Con ‘’Questo nostro amore’’ Vittorio è stato catapultato, ad appena 19 anni, al fianco di Neri Marcoré, Anna Valle e Aurora Ruffino per interpretare Ciccio Strano, il secondogenito di una famiglia siciliana emigrata a Torino tra gli anni ’70 ed ’80: ‘’Sono tre persone tra loro diverse. Ho cercato di prendere il bello e il meglio da ognuno di loro. Neri Marcorè è uno degli artisti più eclettici che abbiamo in Italia. Riesce a fare delle imitazioni che a me facevano paura".

L’enorme successo arriva però nelle vesti di Leonardo, figlio di Rosy Abate (Giulia Michelini) nella fiction Taodue. ‘’È stato un passaggio fondamentale. In questo progetto avevo un ruolo da protagonista, ho visto gli occhi che avevano alcuni su di me ed è come se avessi rivisto me due anni prima, quando cercavo di apprendere il massimo dagli altri".

Non solo fiction e serie Tv, ma anche il privilegio di poter condividere il set cinematografico con attori come Marco D’amore e Vinicio Marchioni, in un lodevole lungometraggio italiano ‘Drive Me Home - Portami a casa’: ’’Ricordo bene le sensazioni di quando ho girato in quel set. Ci sono delle differenze emotive e tecniche con la tv. Nelle serie italiane oggi si punta molto alla velocità rispetto a ciò che la produzione ti obbliga a fare, capita di trovarsi a dover girare 5 scene difficili in un giorno. Non si ha quello spazio o libertà di potersi prendere il tempo che serve. Nel cinema c’è una reale magia in più. Con Vinicio e Marco ci sentiamo ancora’’.

Tanto successo accompagnato dal nobile binomio: passione e lavoro. Ma l’amore per il calcio aleggia, bussa alle sue spalle, convive silenziosamente con lui. Tant’è che nel suo profilo Instagram, ogni suo post deve rigorosamente contenere l’hashtag #Forzapalermosempre:

‘’Un altro motivo per cui non ho abbandonato il calcio è il Palermo: ho l’abbonamento fisso ad Eleven Sports e lo seguo ogni settimana. Nel mio piccolo, da palermitano, voglio ancor di più oggi essere orgoglioso e fiero e portare Palermo e il Palermo nel sociale.’’

Una realtà ferma - a volte illogicamente - da troppo tempo. Nonostante questo, diversi sono i progetti futuri di Vittorio:

‘’Sto girando una serie da protagonista di puntata su Rai 1, ‘Blanca’. Sto lavorando molto sul dialetto genovese e questo mi stimola tanto. Uscirà poi anche a metà maggio un film, su Prime Video, dove ho un piccolo ma sostanziale ruolo per la trama. Il mio primo personaggio omosessuale, un ruolo che mi è molto interessato. Aspetto inoltre risposta da due progetti molto belli, in Sicilia. Finalmente sento che sta tornando ad attivarsi nuovamente tutto il mondo dello spettacolo’’.

Caricamento commenti

Commenta la notizia