Arrivederci a prestissimo. I giovani italiani sparsi per il mondo riuniti a Palermo sono entrati subito in azione, redatta una Carta di valori e di progetti, già creata pagina Instagram (giovanitalianinelmondo) e individuate una serie di momenti a breve per continuare la discussione online e di presenza e cominciare a realizzare subito alcune delle iniziative proposte, sopratutto continuare la mobilitazione con l’obiettivo di contare di più a livello istituzionale nelle decisioni che li riguardano. Tantissime le proposte, “abbiamo un problema: la gestione dell’abbondanza” ha concluso i lavori infatti Maria Chiara Prodi del Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero), l’organo di consulenza di Governo e Parlamento che ha organizzato il Seminario di Palermo insieme ai Comites (Comitati degli Italiani all’Estero), in collaborazione con le Regioni che hanno aderito all’iniziativa, purtroppo non molte, e con il patrocinio del Ministero degli Esteri. Arrivati a Palermo in 115, molto nutrita in particolare la rappresentanza dal Sud America, hanno disegnato il volto nuovo di una presenza generalmente sottostimata che comprende figli e nipoti di emigrati che non vogliono rinunciare alle loro radici italiane, anzi in alcuni casi vogliono tornare a vivere in Italia, sopratutto da Paesi oggi in crisi economica quali appunto molti stati sudamericani, ma anche i tanti giovani nati in Italia che sono andati a vivere all’estero. Due facce di una stessa medaglia che si sono incontrate e si vogliono adesso aiutare a vicenda, sia per andare che per tornare. Tutti hanno rivendicato il diritto alla mobilità, alla scelta di dove vivere e chiamare casa, come un diritto fondamentale degli esseri umani. “Le radici devono collegarsi alle ali per non soffocare, e voi ne siete la dimostrazione - ha commentato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando dopo avere ascoltato le proposte conclusive dei diversi gruppi di lavoro – la prima libertà di un essere umano è scegliersi l’identità, voi state costruendo un nuovo Umanesimo”. Le proposte vanno dalla creazione di reti di giovani artisti italiani all’estero così come di ricercatori (ed una delle date già fissate nel calendario dei prossimi impegni è la giornata dei giovani ricercatori nel mondo prevista fra un anno, il 15 aprile 2020), da siti d’informazione sul “turismo di ritorno” a quello sui festival italiani organizzati in giro per il mondo, a quelli per bandi e possibili finanziamenti per progetti transnazionali così come per andare a studiare o a lavorare all’estero o rientrare in Italia, dalla richiesta di risolvere il problema dei riconoscimenti dei titoli di studio e professionali, all’esigenza forte di far valere la meritocrazia anche in Italia. C’è una grande voglia tra i figli e nipoti della vecchia emigrazione di riscoprire le radici, da dove sono arrivati loro parenti, ma anche di scoprire l’Italia di oggi, la sua bellezza contemporanea. Vecchia e nuova emigrazione, tutti si sentono ambasciatori della cultura, anzi delle diverse culture italiane nel mondo. I lavori conclusivi del seminario di Palermo si sono svolti allo Steri dove il rettore Fabrizio Micari ha confessato il suo progetto, entro la fine del suo mandato, di organizzare a Palermo una riunione di tutti i laureati dell’ateneo palermitano che oggi lavorano all’estero in un’ottica di condivisione delle esperienze. Già perché l’emigrazione è cambiata, non è più quella delle “valigie di cartone”, oggi si parla sopratutto di “cervelli in fuga”, negli ultimi anni di nuovo in crescita, basti pensare che secondo i dati dell’Aire, l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, il 10% della popolazione italiana oggi vive all’estero, più di cinque milioni di persone, più della popolazione dell’intera Sicilia, e non tutti gli italiani che vivono all’estero si iscrivono subito all’Aire. A questo proposito, Benedetta Dentamaro del Comites Belgio, ha denunciato, a margine dei lavori, il rischio della diminuzione della rappresentanza degli italiani all’estero, invece del suo aumento come conseguenza delle accresciute partenze, se dovesse passare senza modifiche il disegno di legge costituzionale in discussione in questi giorni in Parlamento. L’ultimo intervento è stato quello di Michele Schiavone, segretario generale del Cgie, che ha sottolineato come il Seminario di Palermo è arrivato in un momento particolare, di forte desiderio di cambiamento da parte dei giovani che si sta esprimendo innanzitutto sulla questione del ambientale e del cambiamento climatico e ha ribadito con forza come sia doveroso da parte di tutte le istituzioni di aiutare i ragazzi a costruirsi il futuro che vogliono. Da segnalare infine la standing ovation riservata dai giovani italiani all’estero all’altrettanto giovane Francesco Bertolino, presidente della Commissione Cultura del Comune di Palermo, infaticabile organizzatore delle quattro giornate palermitane, onnipresente a parlare con tutti loro. Tutti i documenti prodotti durante il Seminario di Palermo saranno disponibili sul sito www.seminariodipalermo.it.