PALERMO. In fila al supermercato, in banca, alle poste, dare la precedenza alle donne in gravidanza e ai disabili è una pratica poco utilizzata dai palermitani.
Poche le corsie preferenziali, tutto è affidato al senso civico dei singoli cittadini. Lo dice Federconsumatori, che ha pubblicato un’indagine su un campione di 95 tra uffici, negozi, supermercati e centri commerciali, mandando in avanscoperta una volontaria in evidente stato di gravidanza, per monitorare la sensibilità degli operatori e dei clienti.
Dallo studio emerge che i palermitani sono insensibili, a volte non sono nemmeno d’accordo a far scavalcare la fila a una donna incinta. Sono infatti sempre più numerose le segnalazioni allo sportello di Federconsumatori di persone affette da disabilità o donne in gravidanza che denunciato la poca sensibilità sul loro stato da chi ritiene che non sia un motivo sufficiente per scavalcare la fila. A rendere tutto più difficile è la mancanza di una norma che fissi il diritto di precedenza, almeno negli uffici pubblici, per queste categorie. «Le donne incinte e le persone con disabilità - sottolinea Lillo Vizzini, presidente di Federconsumatori Palermo - non hanno nessun diritto di evitare la fila in qualsiasi posto o ufficio, pubblico o privato che sia.
Tutto è affidato al senso civico e morale dei cittadini, che, peraltro, non è un dono che fa parte del bagaglio personale di tutti. L’unica corsia preferenziale che ci risulta è nei laboratori di analisi per chi deve fare la curva glicemica». L’indagine svela che i punti vendita con cassa dedicata sono solo il 15,8%.
La stessa percentuale si riscontra nei luoghi pubblici senza agevolazioni. Nel 36,8% dei casi le aziende non hanno previsto nessuna direttiva che riguarda il salta fila. Il 7,9% invece non ha la cassa dedicata alle donne in gravidanza o ai disabili, ma ha previsto direttive interne al personale di cassa che ha il compito di dare la precedenza alle donne in attesa.
Nel 5,3% dei luoghi visitati dalla volontaria di Federconsumatori, è stata necessaria una dose di faccia tosta per chiedere di avere la precedenza. Interpellati al telefono per verificare eventuali iniziative individuali, il 18,4% dei responsabili commerciali hanno preferito non rispondere.
«Ci troviamo di fronte a una realtà alquanto variegata - continua Vizzini - Purtroppo nel nostro Paese il senso di civiltà spesso scarseggia, perfino quando ci sono le regole, spesso disattese, come nel caso dell’occupazione dei posti auto dedicati ai disabili. Da più parti si auspica un intervento del legislatore che dia la precedenza a donne incinte e diversamente abili negli uffici pubblici e privati». Corsie preferenziali si riscontrano nelle casse degli ipermercati all’interno dei centri commerciali.
«È stata un’esperienza molto interessante - dice la volontaria che ha partecipato all’indagine di Federconsumatori - perché ho avuto modo di osservare in prima persona l’insensibilità degli addetti ai lavori e dei normali clienti di negozi e supermercati. Servirebbe più attenzione per le donne in gravidanza e più formazione per il personale, cosa che ho riscontrato spesso nei grossi agglomerati commerciali e meno nelle medie strutture di vendita, anche nei grandi marchi della moda. Per le donne incinte è imbarazzante chiedere a volte di passare la fila. Ecco perché la priorità dovrebbe essere segnalata con i cartelli o incoraggiata dal personale alle casse».
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