PALERMO. Sbarca il "Disability Pride Italia" a Palermo, che si svolgerà dall'8 al 10 luglio ai Cantieri Culturali alla Zisa. Si tratta di una manifestazione che è espressione della volontà di vedere tutte le persone disabili come parte attiva della società. Nel 2015, sia a New York che in provincia di Ragusa, sono state organizzate delle manifestazioni che hanno scosso l’opinione pubblica: il Disability Pride NYC e l’Handy Pride. L’obiettivo dell'iniziativa è quello di rivendicare i diritti sanciti nei 50 articoli della Convenzione Onu sui diritti delle persone disabili, formalmente ottenuti, ma mai applicati. Nel 2016 gli organizzatori di entrambe le iniziative hanno cominciato a porre le basi per l’internazionalizzazione di questo “Pride”, perciò quest’anno, si terrà a Palermo il primo Disability Pride Italia. L'evento internazionale si svolgerà in contemporanea negli Stati Uniti d'America. A Villa Niscemi è stato presentata la manifestazione. In ciascuna delle tre giornate in programma, il Disability Pride sarà articolato in due momenti: uno dedicato al dibattito, l’altro più di tipo musicale e di svago. Gli organizzatori vogliono coinvolgere la città intera, anche chi non è interessato alle conferenze in programma. A villa Niscemi erano presenti tra gli altri: l'assessore alla Scuola, Barbara Evola, il presidente e organizzatore della manifestazione di “MoVIS ONLUS” Carmelo Comisi, il direttore del Cesvop Alberto Giampino, il dirigente generale Irccs Bonino Pulejo di Messina Angelo Aliquò e il consigliere della V Circoscrizione Maurizio Li Muli. "Vi ringraziamo per aver scelto la nostra città come cornice di questa splendida iniziativa - ha dichiarato l'assessore alla Scuola, Barbara Evola - fitta di momenti di dibattito e di confronto, e importante non solo per i cittadini, ma anche per gli Enti locali. Questi ultimi, infatti, che sono chiamati a garantire i servizi alla cittadinanza, - ha concluso l'assessore Evola - devono fare i conti con i continui tagli effettuati dal Governo nazionale che rischiano di mettere in ginocchio le politiche di sostegno del cittadino e innescano sempre più la logica dei singoli progetti a scadenza, per cui il Terzo Settore è costretto a fare tutto da sé".