PALERMO. Nel primo semestre del 2015, stando a dati preliminari dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, sono state 18 le città italiane su 78 aree urbane che hanno oltrepassato il limite di 35 giorni con oltre 50 microgrammi per metro cubo giornalieri di PM10, particelle nocive all’uomo. Questo sforamento ha riguardato la gran parte delle città del bacino padano (valore massimo di 55 giorni registrato a Brescia) - spiega l’Ispra - e Benevento e Palermo (in tutte queste città nel 2014 erano stati registrati livelli di inquinamento da PM10 abbastanza severi).
In 27 aree urbane, dal primo gennaio al 30 giugno scorsi, è stato registrato un numero di giorni di superamento dei 50 microgrammi per metro cubo di PM10 tra 10 e 35 giorni: in questi casi, spiega l’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale, «il rischio di superare il limite giornaliero alla fine del 2015 è elevato soprattutto per quelle città come Rovigo, Piacenza, Modena, Terni, Caserta, Avellino molto vicine alla soglia di 35 superamenti».
Nelle restanti 33 città, dove i superamenti nei primi sei mesi del 2015 non superano i 10 giorni, «è ragionevole prevedere (non considerando la componente meteorologica, la cui variabilità nell’ultima parte del 2015 potrebbe contribuire in maniera determinante ai livelli giornalieri di PM10) che il valore limite giornaliero non sarà superato».
Un allarme che adesso è rilanciato in Sicilia da Legambiente che auspica interventi soprattutto a Palermo. «Sulla salute delle persone non sono ammissibili giochi politici o scambi - affermano Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente, e Gianfranco Zanna, presidente regionale di Legambiente Sicilia - Si deve ridurre il traffico automobilistico per gli effetti sulla salute e sul clima, e la strada da perseguire è quella nota e di successo ovunque applicata: rafforzamento del trasporto pubblico, pedonalizzazioni, zone a traffico limitato».
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