MILANO. Scoperti in Sicilia i resti fossili del più antico antenato dei granchi. Questo crostaceo preistorico, unico al mondo, era dotato di cinque paia di zampe e un carapace minuscolo, con un diametro di circa un centimetro. Proprio le dimensioni miniaturizzate sarebbero state la sua strategia vincente per sopravvivere alla grande estinzione di massa del Permiano-Triassico, che circa 250 milioni di anni fa ancellò dal Pianeta il 96% delle specie marine e il 70% delle specie di vertebrati terrestri.
Il 'nonno' preistorico dei granchi appartiene alla specie Sosiocaris schrami, descritta per la prima volta su Journal of Crustacean Biology dai paleontologi Gianni Insacco e Agatino Reitano del Museo Civico di Storia Naturale di Comiso, in collaborazione con l'Università di Kent in Ohio. Alla base dello studio ci sono i fossili di tre esemplari adulti, rinvenuti nei blocchi calcarei della famosa Rupe di Salomone nella Riserva Naturale Orientata Valle del fiume Sosio (in provincia di Palermo) durante una campagna di ricerca condotta nell'ottobre 2014 in collaborazione e con il patrocinio dell'Azienda Foreste Demaniali della Regione Sicilia.
«Abbiamo trovato i carapaci disarticolati dalle zampe e dalle chele, probabilmente separati dal rimaneggiamento del sedimento dovuto in una prima fase al moto ondoso presente alla base di un'antica scorgliera».
Il ritrovamento di questa specie «ci aiuta a ricostruire l'evoluzione dei granchi, comparsi proprio nel delicato periodo dell'estinzione di massa del Permiano: il fatto che avessero dimensioni così ridotte - precisa il paleontologo - ci fa capire che molte specie sono diventate nane per sopravvivere all'estinzione, probabilmente dovuta a cambiamenti paleoambientali su cui oggi possiamo fare solo ipotesi».
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