PALERMO. Palermo si sa è anche Santa Rosalia. Un culto quello per la Santuzza che si rinnova ogni 4 settembre. Una storia quella di Rosalia Sinibaldi che racconta di come una ragazza diventò santa.
Nata nella prima prima metà del 12esimo secolo in un palazzo di Palermo, da una nobile famiglia, suo padre altro non era che un vassallo dei re normanni.
La madre di Rosalia si chiamava Maria Viscardi, ed era imparentata con la famiglia reale normanna. La tradizione allora voleva che si imponesse alla figlia un nome derivante dal latino «Rosa Lilia» ossia rosa e gigli, fiori che simboleggiano rispettivamente la regalità e la purezza.
Ben presto, Rosalia si contaddistinse per cortesia e regalità, oltre che per la sua straordinaria bellezza tanto da essere scelta come damigella d'onore della regina Margherita. Fu così che, nella splendida cornice del Palazzo dei Normanni, la giovane Rosalia partecipò ad eleganti e sontuosi eventi mondani.
Rosalia era anche promessa sposa, ma ben presto le cose cambiarono. Secondo quanto tramandato dalla tradizione popolare, una visione straordinaria la indusse improvvisamente a rinunciare al matrimonio e al lusso della vita di corte.
Ecco che proprio il giorno del suo fidanzamento con il nobile cavaliere Baldovino, Rosalia guardandosi allo specchio, invece della propria immagine, vide riflessa quella di Gesù Crocifisso con il volto rigato di sangue per la corona di spine conficcata nella fronte.
Fu un segnale piuttosto evidente per la giovane Rosalia che da quel momento in poi non ebbe più dubbi: lasciato il palazzo reale, partì per andare verso Cristo.
La storia racconta che si sarebbe ritirata in convento a Bivona e a Santo Stefano di Quisquina dove si trovavano dei monasteri di eremiti benedettini. In questo ambiente, crebbe in Rosalia una fervida devozione. Iniziò a trascorrere ogni ora delle sue giornate nella più assoluta solitudine e nella preghiera. Era cosciente del fatto che la sua scelta l'avrebbe portata alla morte civile ma Rosalia non fece passi indietro, vivendo da eremita nella Sierra Quisquina.
Solo dopo tempo, Rosalia lasciò la Sierra Quisquina per isolarsi in un'altra grotta di Monte Pellegrino.
Vi arrivò attraversando il bosco della Favorita fino in vetta. Qui le sue giornate trascorrevano nel rigore più assoluto. Più volte fu tentata dal demonio. Nella grotta visse fino al 4 settembre del 1160, morendo all'età di 35 anni.
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