PALERMO. Secondo i dati di una ricerca condotta dal Dipartimento politiche antidroga sul consumo di sostanze psicotrope e gioco d'azzardo e sui fattori di rischio per l'assunzione di sostanze stupefacenti nella popolazione scolastica tra i 15 e i 19 anni , per il 2013 è emerso che il 49,4% della popolazione studentesca sarebbe composta da giocatori d'azzardo, con differenze notevoli tra maschi e femmine (60,6% e 38,1%). Una condizione di gioco problematico è stata rilevata nel 7,2% degli studenti intervistati, mentre il 3,2% dei casi presenta un gioco patologico. La distribuzione geografica mostra una maggior presenza di pratica e condizioni di gioco al centro e al sud.
Anche in Sicilia i dati dimostrano come il numero complessivo dei giocatori patologici assistiti dai Sert nell'arco di un solo anno (2012-2013) sia quasi raddoppiato passando dal 2,5% a quasi il 5% del totale degli assistiti nello stesso periodo di tempo. Per questo motivo, si terrà a Palermo domani, con inizio dei lavori alle 9, all'Albergo delle Povere, un Workshop dal titolo: «Linee Guida sul GAP: La Regione regola il gioco», organizzato dal Servizio Promozione della Salute dell'Assessorato della Salute della Regione Sicilia, diretto da Salvatore Requirez. Aprirà i lavori l'assessore alla salute Lucia Borsellino. «Le linee guida si svilupperanno su più obiettivi e prevedono, pertanto, dal punto di vista operativo - dichiara Requirez - il coinvolgimento delle Asp della Regione, il coordinamento con gli Enti locali, il supporto offerto dal terzo settore e dalla società civile in più ampio ambito».
Giocare a tutti i costi, contro la logica dei numeri e delle probabilità, contro se stessi e le famiglie, gli ultimi dati denunciano un successo travolgente del gioco d'azzardo in Italia, tra i primi Paesi al mondo per consumo di questo tipo: si è passati da un fatturato di 24,8 miliardi di euro nel 2004 agli 88,5 del 2012. Solo nel 2013 c'è stato un leggero calo del fatturato, che si è fermato a 84,7 miliardi, probabilmente a causa della crisi economica. E se si stimano in 17 milioni le persone che hanno giocato almeno una volta in un anno, sono 600-700 mila i giocatori ad alto rischio di ludopatia e 250-300 mila quelli già patologici.
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