PALERMO. Scoprire l’arte e la ricchezza storica delle nostre origini ha un fascino d’altri tempi. Oggi siamo abituati ad una visione globale, che sconfina dai libri di storia dell’arte ed abbraccia il web, dove tra link ipertestuali e video su youtube facciamo viaggiare la fantasia. Ma quando ci troviamo davanti ad un’opera d’arte le sensazioni prendono corpo. Se accostiamo la visita museale alla tecnologia multimediale i vantaggi appaiono evidenti, prova ne è la cosiddetta realtà aumentata, dall’inglese «augmented reality», che funziona inquadrando con smartphone o tablet un prodotto contenente un codice in grado di far partire un’animazione visibile solo sul video del dispositivo. Questa funzionalità, implementata sui Google glass, amplia la visione in maniera virtuale, trasportando il visitatore in una nuova dimensione. Un salto nel passato che oggi diventa ancora più coinvolgente grazie ad Art Glass, servizio ideato qualche mese fa che si appresta ad essere adottato in diverse strutture museali. L’iniziativa, partita dalla pinacoteca di San Gimignano, fa capo ad Antonio Scuderi, catanese, classe 1967, che dopo un’intensa esperienza professionale con incarichi di direzione nel Gruppo 24 Ore ed in Alinari e di coordinamento per siti web dedicati alla cultura ed all’arte, ha creato la prima azienda al mondo che propone un'esperienza di realtà aumentata indossabile in un museo. «La pinacoteca di San Gimignano è stata la prima ad accogliere il nostro progetto – spiega Scuderi -. Attualmente sono più di una decina i cantieri di lavoro in Italia e quattro a livello europeo, spaziando dall'arte antica a quella etnica, dall'archeologia all'architettura». Il sistema consente di indossare speciali occhiali dotati di un micro visore nelle lenti, per visitare qualunque museo. A San Gimignano due guide d’eccezione hanno partecipato al progetto interpretando personaggi storici visibili in maniera virtuale, a grandezza naturale. Il visitatore viene condotto alla scoperta di particolari inediti dell’opera, dove ad esempio i personaggi chiave del dipinto emergono in sequenza con effetto 3D, animazioni e ricostruzioni digitali. Marco Valenti, professore associato di Archeologia Cristiana e Medievale all’università di Siena ha impersonato il pittore Lippo Memmi, mentre l’archeologo Dario Ceppatelli, collaboratore del laboratorio di Informatica Applicata all’Archeologia Medievale dell’Ateneo di Siena interpreta l’armigero di palazzo. In Toscana i primi passi, dunque, ma la Sicilia che rappresenta un territorio dal patrimonio immenso, potrebbe dare consistenza ad esempio al viaggio di Goethe, consolidando la sua affermazione: «L’Italia senza la Sicilia non lascia immagine alcuna nello spirito. Qui è la chiave di ogni cosa...». «Aumentare il patrimonio culturale siciliano è uno dei nostri sogni nel cassetto – conferma l’ideatore di ArtGlass -, potremmo creare percorsi di visita integrati, che mettano assieme archeologia antica, centri storici, musei e paesaggio. Il ritorno, anche in termini di marketing territoriale, sarebbe importante. Al momento non abbiamo nulla di concreto, ma ci stiamo lavorando». Si tratta di un primo passo verso un futuro multimediale in ambito museale. Partito con San Gimignano a maggio di quest’anno, rappresenta un’anteprima assoluta, all’interno del percorso Palazzo Comunale, Pinacoteca, Torre Grossa dove i dispositivi vengono oggi noleggiati al pubblico dopo la conclusione positiva di una fase sperimentale. Utilizzando gli Artglass si scoprono le opere, attraverso animazioni tridimensionali e videoracconti applicati a tre stupendi cicli di affreschi. Un sorprendente viaggio virtuale nel Medioevo, dove il pittore e i personaggi dell’epoca rivivono e i dipinti si animano, mostrando particolari inediti e ricostruzioni, col racconto di due guide, visibili solo da chi indossa gli speciali occhiali.