Le due principali cause di morte a livello mondiale, la cardiopatia ischemica e i tumori, condividono numerosi fattori di rischio tra cui il fumo, l’obesità, l’ipertensione, il diabete mellito e l’ipercolesterolemia. Quando viene diagnosticato un tumore e si decide di avviare una terapia oncologica che prevede l’uso di farmaci cardiotossici, è fondamentale valutare attentamente i fattori di rischio cardiovascolari. «Oggi si parla molto di cardioncologia, una disciplina sempre più in crescita. Quando viene fatta una diagnosi di cancro – spiega la cardiologa Rosanna Zito, responsabile scientifico del convegno Aggiornamenti in Cardioncologia 2024 - è fondamentale prima di tutto valutare il paziente sotto il profilo cardiovascolare. A tutti i pazienti oncologici va garantita la possibilità di guarire, anche in presenza di complicanze cardiovascolari». In questo contesto, la collaborazione tra oncologo e cardiologo diventa cruciale per individuare i percorsi diagnostico-terapeutici più adatti, intervenire tempestivamente e garantire la continuità delle cure oncologiche salvavita. «Il lavoro multidisciplinare è fondamentale. Soprattutto nel trattamento del tumore al seno – afferma l’oncologa Eugenia Bajardi, responsabile scientifico del convegno – alcuni terapie hanno come effetto collaterale principale la cardiotossicità, ma sono comunque trattamenti essenziali che consentono la guarigione delle pazienti e, soprattutto, di prevenire una recidiva negli anni successivi. Quindi la collaborazione con il cardiologo ci permette, anche in pazienti con complicanze cardiologiche, di portare a termine trattamenti salvavita». Sull’argomento è intervenuto anche l’oncologo Antonio Testa: «L’obiettivo è trovare la terapia migliore per il paziente che deve essere correttamente inquadrato dal punto di vista patologico. La collaborazione è fondamentale per permettere ai pazienti di completare i trattamenti antiblastici con farmaci cardiotossici, che sono determinanti per il successo della terapia. Nei due casi clinici presentati, abbiamo visto come pazienti con numerose comorbilità e funzionalità cardiache compromesse siano riusciti a completare il trattamento, anche con farmaci altamente cardiotossici, grazie all’approccio multidisciplinare». Infine la cardiologia Francesca Daidone sottolinea l’importanza della prevenzione di entrambe le patologie: «Prevenzione cardiologica e prevenzione oncologica sono due facce della stessa medaglia. Le malattie cardiovascolari condizionano la tossicità durante le terapie oncologiche, mentre quest’ultime possono incidere sulla malattia cardiovascolare del paziente».