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Ritiro del vaccino Astrazeneca, l’infettivologo Cascio del Policlinico di Palermo: «Scelta commerciale, perché non più utile»

«Era stato creato per il virus originale di Wuhan, quindi non è assolutamente più attuale e non ha più ragione di esistere»

Astrazeneca ha annunciato di aver avviato il ritiro mondiale del suo vaccino contro il Covid-19, parlando di una «eccedenza di vaccini aggiornati disponibili». L'azienda anglo-svedese a fine aprile ha ammesso per la prima volta in documenti giudiziari nel corso di un procedimento legale a Londra che il suo vaccino anti Covid può causare trombosi come raro effetto collaterale. A commentare questa scelta è Antonio Cascio, direttore dell’unità operativa di Malattie infettive del Policlinico di Palermo.

«Questo vaccino ha sicuramente evitato la morte di tantissime persone, ma è stato purtroppo associato a rari casi di trombosi. È normalissimo che Astrazeneca lo abbia ritirato, perché era stato creato per il virus originale di Wuhan, quindi non è assolutamente più attuale e non ha più ragione di esistere. Anzi, si è preso tempo nel toglierlo dal commercio».

«Non vedrei nessuna speculazione su questo, nessun retropensiero - precisa Cascio -, è semplicemente una questione commerciale, perché c'è un surplus, visto che non è stato più venduto perché non è ormai più utile, è ormai vecchio. È giusto così».

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