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Una nuova cura per l'insufficienza cardiaca arriva a Palermo, cos'è la stimolazione selettiva

Il professore Ernesto Lombardo

Una nuova cura per l'insufficienza cardiaca arriva a Palermo. Si tratta della stimolazione selettiva della branca sinistra ed è un nuovo metodo associato alla terapia elettrica proprio di questa patologia, utilizzata nel capoluogo siciliano alla clinica Maria Eleonora Hospital.

Per insufficienza cardiaca si intende quella condizione per la quale il cuore non è più in grado di svolgere la sua principale funzione, ovvero quella di pompare il sangue e garantirne la circolazione della quantità necessaria al corpo e ai suoi organi. Questo, genera le meglio note aritmie cardiache, che alla lunga potrebbero inficiare ulteriormente il muscolo principale del nostro corpo.

In soccorso, arriva la terapia elettrica, portata avanti con strumenti noti a tutti quali pacemaker e defibrillatori, che attraverso gli impulsi elettrici ristabiliscono la corretta funzionalità. In particolare, gli impulsi lanciati dai dispositivi stimolano i ventricoli.

La tecnica, però, ha un difetto: infatti, può accadere che il ventricolo sinistro risponda in ritardo rispetto al suo collega destro, dando vita al fenomeno chiamato dissincronismo cinetico dei due ventricoli. In soldoni, la risposta tardiva e asimmetrica, nota come blocco di branca sinistra, potrebbe portare ad un un ulteriore deficit dello stesso ventricolo sinistro. Da qualche anno, però, sta pretendendo sempre più piede un nuovo modello, al momento scelto come piano B.

La stimolazione selettiva della branca sinistra, appunto. Questa nuova tecnica, utilizzata in più parti del mondo, adesso è arrivata anche a Palermo: «Da qualche anno, presso alcuni laboratori di cardioaritmologia internazionali e, ora, anche presso il Maria Eleonora Hospital, è stata avviata la procedura per la stimolazione selettiva della branca sinistra - spiega il professore Ernesto Lombardo - riuscendo, in tal maniera, a condurre lo stimolo elettrico dagli atri ai ventricoli nel modo più simile alla normale fisiologia elettrica del cuore. Il risultato è un effetto anti-desincronizzante dei due ventricoli con conseguente recupero funzionale dell’azione cardiaca».

Un semplice aggiustamento, che ha aperto le porte ad una migliore qualità della vita dei pazienti e che non comporta nessun costo: «La stimolazione della branca sinistra non implica un maggiore consumo delle protesi elettriche, così come accadeva con la stimolazione diretta del fascio di His, tecnica utilizzata in passato - sottolinea Lombardo - ma abbandonata poiché troppo dispendiosa in termini di energia delle protesi elettriche antibradi-antitachicardiche. Questa tecnica di stimolazione del cuore non comporta un incremento del rapporto costi/benefici rispetto a un sistema biventricolare, in quanto viene attuata mediante l’impiego degli stessi strumenti». Ed il paziente ne trae maggiori benefici: «Miglior recupero clinico e una miglior funzionalità. Ritengo - prosegue il professore - che in breve tempo possa rappresentare non più solo un’alternativa, bensì una prima scelta per quanto riguarda la stimolazione di un cuore insufficiente».

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