C'è anche un docente dell'Università degli studi di Palermo tra i ricercatori che hanno pubblicato sulla prestigiosa rivista medica Nature lo studio “Two-year effects of semaglutide in adults with overweight or obesity: the STEP 5 trial”. Una ricerca multicentro che scopre una nuova terapia efficace per il contrasto all'obesità che esula da diete o interventi chirurgici invasivi.
Per i due anni di lavori, il Policlinico Giaccone di Palermo ha avuto il ruolo di centro coordinatore nazionale dello studio. A portarlo avanti in Italia, Silvio Buscemi, professore ordinario di Nutrizione clinica a Palermo: “Lo studio ha dimostrato che chi pratica questa terapia, rispetto al placebo, ha una riduzione del peso media del 15,2% - spiega –. Stiamo entrando in una nuova era con i farmaci per il trattamento dell'obesità. I risultati dimostrano che è un trattamento efficace e tollerabile”.
Il farmaco che consentirebbe ai pazienti affetti da obesità riduzioni di peso significative contiene una molecola che si chiama semaglutide. Secondo lo studio, l'antidiabetico “tuttofare” è in grado di determinare una riduzione fino al 20 per cento del peso corporeo di partenza. Un risultato finora mai raggiunto dalle altre molecole utilizzate nella lotta ai chili di troppo e osservato soltanto in pazienti sottoposti a un intervento di chirurgia bariatrica, a cui oggi si ricorre anche per risolvere le complicanze indotte dall'obesità.
Lo studio, in doppio cieco, è partito il 5 ottobre 2018 e ha coinvolto 304 pazienti affetti da obesità provenienti da tutto il mondo, perlopiù donne (ben il 77.6%). La metà dei pazienti (152 su 304) sono stati trattati con placebo, mentre l'altra metà con una somministrazione sottocutanea di 2,4 mg di semaglutide una volta alla settimana. “Questa molecola fa parte di una categoria di farmaci nata per trattare il diabete – spiega il professore palermitano - si somministra settimanalmente e ha un effetto più intenso, sia per quanto riguarda il controllo del diabete che per il trattamento dell'obesità. Inoltre è un trattamento sicuro: il farmaco ha registrato un'elevata tollerabilità”.
Solo il 3% dei partecipanti al trial, infatti, ha dovuto sospendere la cura a causa di disturbi collaterali, in genere comunque di lieve entità (disturbi intestinali, nausea). Trattare farmacologicamente l'obesità porterebbe inoltre anche a un risparmio economico. Sembra di essere proprio davanti ad una svolta per la cura di questa malattia: “Un paziente diabetico che sviluppa complicanze costa molto alla sanità pubblica – spiega Buscemi –. La nostra ricerca dimostra come, contrastando l'obesità, si riduca anche il rischio di incorrere al diabete”.
L'obesità non è un mal costume, ribadisce il docente: “È una malattia vera e propria. Abbiamo 650 milioni di pazienti obesi nel mondo. A Palermo, da una stima, più della metà delle persone sono in sovrappeso o obese. La terapia dell'obesità è una novità. Un campo in continua evoluzione oggi”.
Il farmaco anti-obesità – prodotto da Novo Nordisk - potrebbe essere messo in commercio già nel giro di un anno. Ma per contrastare la malattia è importante soprattutto fare prevenzione: “Dobbiamo intervenire sugli stili di vita – conclude il ricercatore palermitano - diminuire il consumo di cibo spazzatura, bere molta acqua, mangiare seguendo una dieta mediterranea, l'unico modello che possiede le evidenze scientifiche sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari”.
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