PALERMO. Errori nella diagnosi, farmaci assunti in modo sbagliato e sovrapposizione di medicine che si annullano a vicenda. C'è tutto questo dietro l'aumento dei casi di ipotiroidismo. E per questo motivo è stato assegnato all'ospedale di Partinico il compito di avviare un monitoraggio nazionale sul trattamento dei pazienti. Parte quindi uno screening che permette anche di alzare il velo su una malattia dai sintomi spesso gravi e non sempre curati nel modo giusto. «L'ipotiroidismo colpisce circa una persona su 25 e il più delle volte - spiega Vincenzo Provenzano, direttore del reparto Medicina interna dell'ospedale di Partinico - è causato da una tiroidite cronica autoimmune e può essere associato ad altre malattie autoimmuni tra cui diabete mellito di tipo 1 e celiachia. Può provocare un aumento del rischio di cancro alla tiroide. Spesso è causa di aumento di peso, gonfiore, stitichezza, alterazioni del ritmo cardiaco, turbe mestruali, depressione dell' umore, astenia, sensibilità al freddo. L'ipotiroidismo condiziona la qualità della vita di una persona. Se non trattato può essere correlato ad un aumentato rischio cardiovascolare con malattie quali scompenso cardiaco e infarto miocardico». Da qui nasce lo studio «TIAMO» (Terapia dell'Ipotiroidismo nell'Ambito della Medicina Interna) che coinvolge 20 ospedali in tutta Italia e 1.200 persone. È un monitoraggio che punta a valutare quali siano le modalità di trattamento delle persone ipotiroidee che arrivano nei reparti e negli ambulatori di Medicina Interna. Proposto dal dottor Davide Brancato e realizzato dalla FADOI (Federazione Associazione Dirigenti Ospedalieri Internisti), lo studio sarà coordinato su tutto il territorio nazionale dalla unità operativa di Medicina Interna dell'ospedale di Partinico. Un team di esperti valuterà se il trattamento del paziente viene effettua to in maniera adeguata e, nel caso in cui si riscontrassero delle criticità, effettuerà un intervento formativo sul personale sanitario dei centri partecipanti allo studio, mirato a correggere le criticità. «Abbiamo riscontrato - ha illustrato Brancato - che il problema che mina più frequentemente l' aderenza alla terapia da parte del paziente è che la persona ipotiroidea assume la terapia negli orari sbagliati, non aspettando i consueti 30 minuti o in concomitanza con la colazione o altri farmaci che potrebbero alterarne l' assorbimento e quindi l' efficacia». Spesso vi sono anche delle discrepanze rispetto alle indicazioni terapeutiche dettate dall'American Thyroid Association e dall'European Thyroid Association. Su tutto questo si interverrà non appena il monitoraggio, nel maggio prossimo, verrà completato e i dati saranno elaborati. Avere assegnato all'ospedale di Partinico il ruolo di capofila in questa nuova offensiva contro l'ipotiroidismo è un risultato che premia il lavoro dell' Asp di Palermo. Il manager, Antonino Candela, sottolinea che «la patologia tiroidea ha un' altissima incidenza e resta spesso sottodiagnosticata. Per questa ragione abbiamo implementato, negli ultimi anni, un'intensa e capillare campagna di screening per la patologia tiroidea, attraverso decine di eventi, denominati "Asp in Piazza"».