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Caso Saguto, ora al setaccio pure le consulenze

Controlli per verificare i criteri con cui gli amministratori sceglievano i collaboratori. E i pm convocano i periti «ritardatari»

PALERMO. Dopo lo scandalo che ha travolto la sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo con il suo ex presidente, Silvana Saguto, per presunti episodi di corruzione legati alle nomine degli amministratori giudiziari, adesso scattano controlli a tappeto anche sull'affidamento di consulenze da parte degli stessi amministratori.

Gli uffici della presidenza del tribunale stanno infatti passando al setaccio i vari incarichi per verificare la sussistenza di eventuali irregolarità.  Ogni amministratore giudiziario si avvale in genere di un consulente del lavoro e di uno fiscale, che vengono retribuiti anche loro dallo Stato. Si tratta per lo più di commercialisti e il loro ruolo è fondamentale per mandare avanti le aziende che finiscono sotto sequestro.

Gli amministratori giudiziari, inoltre, possono avvalersi anche di altri consulenti, quando ad esempio hanno bisogno di fare valutazioni immobiliari e finanziarie e in questo caso in genere coinvolgono degli ingegneri. Le consulenze devono comunque essere richieste e vagliate alle Misure di prevenzione. Tuttavia, negli anni - questa è una delle ipotesi - potrebbero essere state scelte sempre le stesse persone e magari anche in virtù di rapporti di parentela e di amicizia. I controlli in corso serviranno a chiarirlo.

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