Palermo

Lunedì 06 Ottobre 2025

Sanità, La Rocca dopo l'esclusione: «Continua il tentativo di delegittimazione nei miei confronti»

Mario La Rocca

«Noto con dispiacere che continua un tentativo pervicace di delegittimazione della mia figura cominciato ancora prima dell’inizio delle attività della commissione di valutazione delle istanze attraverso un esposto farlocco del Nursind diretto proprio alla commissione e commissionato attraverso una trasferta nel Trapanese di un portatore di questo specifico interesse. A questo punto non escludo la necessità di tutte le consentite azioni giudiziarie a tutela della mia onorabilità». Lo dice all’ANSA il dirigente generale della Regione Mario La Rocca in merito al presunto conflitto d’interessi in base al quale è stata bocciata la sua candidatura a ricoprire il ruolo di direttore del dipartimento pianificazione strategica della Sanità, incarico riconfermato a Salvatore Iacolino dalla giunta regionale senza il voto di FdI. «La normativa anticorruzione prevede che laddove sussistano situazioni di potenziale conflitto di interesse il dirigente lo faccia presente all’amministrazione per essere eventualmente sostituito nella trattazione della pratica», afferma La Rocca, che spiega quanto accadde cinque anni fa quando guidava proprio la pianificazione strategica. «Nel 2018 mio fratello assunse le funzioni di legale rappresentante di una struttura convenzionata e io lo feci presente attraverso le modalità previste dalla normativa chiedendo di essere sostituito - ricorda il dirigente generale - Della vicenda si occupò anche la commissione regionale antimafia presieduta da Claudio Fava dal quale fui audito senza che alcun addebito particolare avanzato nei miei confronti. Fu un eccesso di zelo come chiarirà qualche anno più tardi il pubblico ministero nella conclusione della richiesta di archiviazione nei miei confronti laddove sostiene che non si configura in capo a La Rocca un conflitto di interessi». E ancora: «Tuttavia siccome la moglie di Cesare non solo deve essere casta ma tale deve anche apparire ritenni opportuno richiedere di essere sollevato dall’incombenza di occuparmi dei convenzionati esterni cosa che il presidente della Regione Nello Musumeci fece con l’emissione di quel decreto che rappresenta un normalissimo strumento tecnico previsto dalla normativa vigente e che oggi viene strumentalizzato da soggetti che si allineano perfettamente alle posizioni di quelle associazioni sindacali, che non volendo restituire ai siciliani le prestazioni il cui pagamento era stato loro anticipato dalla Regione durante il Covid, avanzarono una calunniosa denuncia nei miei confronti salvo poi essere smentite dalle conclusioni della procura, che citando una consolidata giurisprudenza penale della Cassazione certificò che non c’era alcun conflitto di interessi».

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