Formazione, le associazioni datoriali: «Legge sbagliata e pericolosa, da riscrivere immediatamente»
«Le dichiarazioni dell’ex presidente di Confindustria, Alessandro Albanese, confermano purtroppo ciò che avevamo già denunciato: questa legge non valorizza la formazione, ma la consegna alle imprese, marginalizzando e cancellando il ruolo degli enti accreditati, unico presidio di qualità, trasparenza e professionalità». Lo scrivono in una nota le associazioni Cenfop Sicilia, Foma.RE, Assofor OD, Iform, Asef, Anfop, Forma Sicilia e Federterziario Scuola Sicilia.
«Avevamo avvertito che ridurre la formazione a mero addestramento aziendale avrebbe significato snaturare una funzione pubblica di rango costituzionale – aggiungono le sigle -. Oggi, dalle stesse dichiarazioni di chi sostiene questa legge, emerge con chiarezza una visione pericolosa: la formazione come strumento per le aziende e non più come diritto universale dei cittadini. È inaccettabile anche la narrazione secondo cui la formazione professionale “sarebbe stata finalizzata soltanto ad offrire uno stipendio ai migliaia di formatori”. Ricordiamo che quando, negli anni scorsi, la politica regionale si è piegata alle ingerenze delle imprese, i risultati furono drammatici: migliaia di lavoratori espulsi e famiglie ridotte sul lastrico. Un sistema formativo bloccato per anni, inchieste giudiziarie e giornalistiche che hanno documentato le interferenze esercitate da ambienti imprenditoriali dentro i processi decisionali della Regione. La memoria di quella stagione buia – sostengono le associazioni datoriali - dovrebbe indurre chiunque oggi a maggiore prudenza e rispetto».
Secondo le sigle, «se davvero la Regione vuole sostenere imprese e occupazione, inizi a spendere le risorse già stanziate, anziché annunciare riforme che rischiano di paralizzare ulteriormente il settore. Paradossale appare il silenzio dell’assessorato sull’Avviso 22/2024 “Formare per Assumere”: una misura da 38 milioni di euro, pubblicata dieci mesi fa e ancora oggi ferma, impedendo alle aziende di presentare progetti per formare e assumere. Mentre si approvano riforme che spostano la formazione nelle mani delle imprese, i fondi europei già disponibili restano bloccati nei cassetti della Regione».
Le associazioni chiedono quindi «l’immediata abrogazione della legge approvata all’Ars e l’apertura immediata di un tavolo di confronto con tutte le associazioni di categoria e le parti sociali».