Formazione, Sicilia al limite del tempo: fondi Ue appesi a un voto last minute. Tensione all'Ars
Il voto sull'introduzione del deputato supplente rinviato alla prossima settimana. Quello sulla riforma della formazione, urgente per salvare 100 milioni di fondi del Pnrr, appeso a un filo. È una giornata di enorme tensione all'Ars. Il Parlamento ha sospeso i lavori in attesa che gli uffici diffondano una relazione sulla riforma della formazione che l'assessore Mimmo Turano ha chiesto di votare con procedura d'urgenza saltando tutti i tempi tecnici previsti dal regolamento per la presentazione degli emendamenti. L'emergenza – come anticipato stamani dal Giornale di Sicilia – nasce dal fatto che Bruxelles con una lettera inviata a fine luglio ha assegnato alla Regione un termine che scadrà alla mezzanotte di oggi. Se per quell’ora il governo regionale non sarà riuscito a far approvare all’Ars la riforma della formazione professionale, l’Italia perderà un finanziamento da cento milioni. Il Pnrr infatti ha una linea - la missione 7 - che offre a tutte le regioni italiane fondi per promuovere una «nuova» formazione. Con corsi che puntino, recita il piano europeo, «all’acquisizione di competenze in settori chiave della crescita intelligente e sostenibile, tra i quali la green economy, la blue economy e l'innovazione tecnologica». Per raggiungere questi obiettivi lo Stato si è impegnato con l’Ue a introdurre una serie di modifiche all’offerta formativa. E per questo ogni Regione beneficiaria dei fondi è stata obbligata dall’Ue a varare una apposita legge entro il 30 settembre per modificare il catalogo dei corsi e prevedere un ruolo per le imprese. La Sicilia è arrivata all'ultimo giorno utile. E per questo motivo il leader dei 5 Stelle, Nuccio Di Paola, ha chiesto le dimissioni dell'assessore Turano. Il quale è già riuscito a ottenere stamani un voto lampo sulla legge in commissione Cultura. Ma al momento di votare in aula è salita subito la tensione. Turano ha rivolto un appello ai partiti chiedendo “senso di responsabilità e comprensione politica”. L'assessore vuole evitare uno scivolone che avrebbe effetti deflagranti sull'immagine della Sicilia a livello nazionale, perché a perdere i contributi del Pnrr sarebbe formalmente lo Stato. Per di più la maggioranza in aula non è a ranghi completi. E questo aveva già suggerito al presidente Schifani di chiedere un rinvio del voto sulla legge che è stata proposta dal centrodestra a Roma per introdurre all'Ars la figura del deputato supplente, cioè del primo dei non eletti che subentra a chi viene chiamato in giunta e lascia temporaneamente lo scranno. Il fatto che in aula non ci sia il presidente Gaetano Galvagno e manchino anche alcuni deputati del centrodestra ha spinto Schifani a chiedere che il parere su questa norma nazionale venga votato nel primo giorno di votazioni della manovra quater. Nel frattempo l'opposizione sta alzando il prezzo “politico” per il via libera alla riforma della formazione allentando l'ostruzionismo. Dietro le quinte all'Ars si discute di una contropartita che Pd e 5 Stelle potrebbero chiedere al governo proprio durante i lavori della manovra quater.