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Sanità, per i casi urgenti stop alle liste d’attesa

Pronta la direttiva dell’assessorato: si punta ad azzerare oltre 210 mila prestazioni. Le aziende dovranno predisporre le corsie preferenziali per i pazienti con priorità

I pazienti che avranno una prescrizione in cui è indicata la necessità di una prestazione urgente non verranno inseriti nelle liste d’attesa. Usufruiranno di una corsia preferenziale che i manager delle Asp dovranno creare all’interno di ospedali e poliambulatori. In sintesi, chi avrà una urgenza dovrà essere visitato subito, al momento in cui si presenta in una struttura pubblica, o al massimo entro tre giorni.

È il senso della direttiva che l’assessore Daniela Faraoni invierà ai manager fra oggi e domani e che ieri è stata messa a punto (almeno in bozza) insieme ai dirigenti Salvatore Iacolino e Giacomo Scalzo.

È un provvedimento che rivoluziona la gestione delle liste d’attesa, come chiesto dal presidente Schifani a luglio. Il presupposto è l’aggiornamento del monitoraggio che indica in 211.734 le prestazioni prenotate e mai fatte: 180 mila sono esami diagnostici e interventi ambulatoriali in genere, 29.734 i ricoveri programmati e non eseguiti.

È un dato che indica un lieve miglioramento rispetto al passato ma che impone - scriverà l’assessore nella direttiva ai manager - una nuova organizzazione, visto che le strategie degli ultimi anni non hanno dato i frutti sperati.

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