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Manovra ter al primo «sì» all'Ars, il serrate le fila di Schifani

Il palazzo di via Cordova a Palermo (foto Fucarini)
Il palazzo di via Cordova a Palermo (foto Fucarini)

Ridotta a 12 articoli e con un serrate le file chiesto da Schifani ai deputati del centrodestra, la manovra ter ieri è arrivata a metà percorso. Oggi è atteso il primo sì in commissione Bilancio, domani potrebbe entrare in aula e da lunedì essere messa ai voti.

Martedì Schifani ha riconvocato a Palazzo d’Orleans i capigruppo e ha deciso di portare avanti solo un terzo degli articoli approvati in giunta tre settimane fa. Restano quindi i 66 milioni per abbattere le liste d’attesa, i 60 per ristrutturare le strade provinciali, i 15 milioni per la videosorveglianza in tutti i Comuni che ancora non l’hanno. E poi ancora le risorse per creare laghetti artificiali nella aziende agricole, per abbattere il costo dei biglietti aerei e per acquistare il palazzo di via Cordova a Palermo (13 milioni). In più Schifani, fiutando l’aula, ha deciso di raddoppiare il fondo che sostiene gli extra-costi dei sindaci per spedire i rifiuti all’estero: passa da 20 a 40 milioni. Una mossa che il presidente ha fatto avendo intuito che c’era un fronte trasversale pronto a varare emendamenti in questo senso col voto segreto.

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