
Faremo, diremo, vedremo, ci impegneremo. A parole il centrodestra rinnova fedeltà al sindaco di Palermo. Al primo cittadino basterebbe una presenza più assidua in Consiglio, in modo che i provvedimenti vengano approvati a un ritmo più serrato, per dire. E oggi tutti sono messi alla prova. A mezzogiorno si torna in aula, c’è da approvare la variazione di bilancio che l’altra volta ha traballato. Il nodo è rappresentato dall’emendamento con 250 mila euro della Regione, inseriti tra le voci in entrata per finanziare cinque manifestazioni culturali già definite, tra cui Sicily for Life, Sicilia Cabaret, Venite a questi marmi, Aedi Storytelling Fest e la rappresentazione della Passione di Cristo a Partanna Mondello. La prima manifestazione è quella della Fondazione Dragotto da cui è scaturita l’inchiesta che fa tremare il vertice dell’Assemblea regionale: circostanza che induce il consigliere azzurro Gianluca Inzerillo a mettersi di traverso, chiedendo di non votare l’atto per ragioni di opportunità, spaccando Forza Italia. Così ieri lo scontro col capogruppo Leopoldo Piampiano, dice chi vi ha assistito, è stato epico. Qualcuno ha contestato: «Ma questa non è la riunione dei berlusconiani. Chiaritevi le idee prima di presentarvi a un vertice di maggioranza».
Lagalla comprende bene quale sia il clima. E ha anche voluto mettere le mani in avanti: «Dobbiamo andare avanti in maniera coesa, altrimenti non si arriva da nessuna parte. Non ha senso fare molti distinguo, gli atti si votano in toto», ha detto. E poi ha avvertito: «Non voglio giochetti in finale di partita. Si parte e si arriva insieme, simul stabunt, simul cadent».
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