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Processo agli autonomisti, e la manovra ter si fa in due

Nel vertice di maggioranza dopo il ko sui consorzi di bonifica Dc e Lega accusano l’Mpa di aver guidato la fronda che ha affossato la riforma da riproporre a ottobre

Raffaele Lombardo e Totò Cuffaro (foto d'archivio)
Raffaele Lombardo e Totò Cuffaro (foto d'archivio)

È stato innanzitutto un processo a Grande Sicilia. E così sono emerse le alleanze interne e contrapposte che stanno spaccando la maggioranza in queste settimane. I cocci provocati dalla bocciatura della riforma dei consorzi di bonifica non sono stati tutti incollati ieri durante il vertice di maggioranza. Alla fine Renato Schifani ha dettato la linea: avanti con la manovra ter entro il 6 agosto ma, se servirà, con un testo ridotto di una quindicina di articoli rispetto ai 35 originari e riforma dei consorzi di bonifica da riproporre in autunno.

Il presidente ha però ascoltato i partiti accusarsi a vicenda di slealtà e opportunismo. Sono state soprattutto la Dc di Cuffaro e la Lega di Sammartino ad attaccare l’Mpa di Lombardo. È il partito autonomista (oggi confluito in Grande Sicilia con Gianfranco Micciché e Roberto Lagalla) a essere stato individuato come leader di quel fronte di dieci franchi tiratori che hanno impallinato la riforma insieme a Pd e 5 Stelle. «Abbiamo assistito ad un comportamento irresponsabile da parte di alcuni deputati di Fi, Fdi ed Mpa - ha detto Cuffaro -. Ripicche e risentimenti personali. È l'antipolitica».

Non è un caso che l’asse più agguerrito sia quello fra Cuffaro e la Lega di Sammartino, che in tanti vedono pronti a una alleanza per Politiche e Regionali. E infatti per la Lega, big sponsor della riforma bocciata, «per completare la legislatura servono lealtà e chiarezza».

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