
«La Regione non ha provveduto al potenziamento di controlli, ispezioni o indagini per accertare irregolarità amministrative e contabili negli uffici, in particolare nell’attuazione di programmi e nello svolgimento degli appalti»: è il passaggio principale di una verifica che la Corte dei Conti ha fatto sulla capacità dell’amministrazione di monitorare se stessa. Ne viene fuori un giudizio di generale insufficienza su tutto ciò che riguarda l’investimento dei fondi europei e del Pnrr, la valutazione dei dirigenti, le spese delle società partecipate e la gestione della sanità.
In ognuna di queste branche i magistrati contabili hanno rilevato «la parziale inadeguatezza del sistema regionale integrato dei controlli». Questa la sintesi della delibera firmata dal presidente della sezione di Controllo Salvatore Pilato e dal relatore Giuseppe Vella.
In primo luogo i magistrati contabili hanno segnalato l’esigenza che la Regione «aumenti considerevolmente il numero di atti oggetto di controllo, con particolare riferimento all’attuazione del Pnrr in cui assume una strategica rilevanza il controllo di legalità». In più la Corte dei Conti ha rilevato che in questo momento ogni dipartimento titolare di fondi del Pnrr agisce in modo autonomo e questo, a parte la carenza di controlli, «non garantisce una forma di intervento sostitutivo in caso di ritardi o inadempimenti».
Inoltre, secondo i magistrati contabili, la Regione non ha un quadro esatto del numero di atti per i quali al termine dei controlli «non è stata riscontrata la regolarità amministrativa».
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