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«La scanno viva»: la frase choc di Lady Dragotto contro l'assessore Amata nelle intercettazioni

Elvira Amata

Elvira Amata «non può dire più niente, lei di no non me lo può dire perchè la scanno viva». Così, in un dialogo con Valeria Lo Turco, segretaria particolare dell’assessore regionale al Turismo della Sicilia, Elvira Amata, si esprimeva l’imprenditrice Caterina Marcella Cannariato: una conversazione, risalente al 16 febbraio 2024, in cui la moglie dell’imprenditore Tommaso Dragotto metteva in chiaro il livello dei propri rapporti con l’esponente del governo guidato da Renato Schifani che, intanto, le ha rinnovato la fiducia. «Sono convinto - ha detto Schifani - che ogni aspetto legato alla vicenda giudiziaria troverà chiarimento nelle sedi competenti e che l’assessore saprà dimostrare la correttezza del proprio operato».

La procura di Palermo ha già chiuso la prima parte degli accertamenti sulla corruzione che viaggerebbe tra Regione e Assemblea regionale siciliana, notificando un avviso di conclusione delle indagini preliminari - preludio della richiesta di rinvio a giudizio - all’assessore di Fratelli d’Italia, e all’imprenditrice Cannariato. L’ipotesi è quella di un patto di scambio - che sarebbe confermato dalle intercettazioni della Guardia di finanza - tra l’esponente del governo Schifani e la Cannariato. In un filone diverso è coinvolto anche il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno, con la sua ex portavoce Sabrina De Capitani che si è dimessa.

Secondo gli accertamenti del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, Cannariato, per ingraziarsi l’assessore, avrebbe assunto per sei mesi presso la A&C Broker il nipote dell’esponente di Fratelli d’Italia, ospitando gratuitamente per almeno due mesi lo stesso assessore e la sua segretaria particolare in due appartamenti della zona dei Cantieri navali. Il contratto di affitto fu poi registrato ex post per paura che i giornalisti scoprissero la cosa, ma a fronte di un canone dichiarato di 750 euro, Amata ne avrebbe pagati 500. In cambio dei favori la Cannariato avrebbe ottenuto sostegno per una manifestazione organizzata dalla Fondazione Bellisario (30 mila euro per Donne, economia e potere) e 10 mila alla Fondazione Dragotto per La giornata mondiale della salute mentale-Mettiamoci la testa». «E niente - diceva Cannariato della Amata - lei no non me lo può dire: è già tanto che un ragazzino di niente ti guadagna 1.500 euro al mese... a me suo nipote mi costa ottocento euro al mese di affitto di camera, a me no non me lo può dare perchè la scanno (la squarto, ndr) viva».

Oltre alle utilità che avrebbe percepito dall’imprenditrice Marcella Cannariato, moglie del patron di Sicily by Car Tommaso Dragotto, l’assessore Amata, avrebbe ottenuto la disponibilità di un’auto, a maggio 2024, per la sua campagna elettorale in vista delle Europee, con buoni benzina per 1100 euro. Anche il capo di gabinetto vicario dell’assessorato, Pippo Martino, dimessosi dall’incarico, avrebbe percepito 18 mila euro dai coniugi Dragotto, per presunte consulenze retribuite con fatture ritenute false dai finanzieri, per il periodo compreso tra l’11 aprile e il 6 settembre 2024. Le fatturazioni furono emesse da una ditta intestata alla figlia di Martino, che si sarebbe fatto pagare per sostenere le istanze dei Dragotto in assessorato. «A fronte dello suddette utilità - scrivono gli investigatori nelle informative dirette ai pm Andrea Fusco e Felice De Benedittis - Amata e Giuseppe Martino hanno stabilmente asservito le rispettive funzioni pubbliche agli interessi personali dei coniugi Dragotto».

Con riferimento alla consapevolezza delle persone coinvolte, riguardo all’illiceità di quanto facevano, la Finanza cita un’intercettazione della Cannariato: «Io l’ho non ho mai detto che Tommasino lavora da me, perché sennò... zero tagliato, eh». Tommasino sarebbe Paolucci, 23 anni oggi, assunto giovanissimo per sei mesi, allo scopo di fare un favore alla Amata, in cambio dei finanziamenti con denaro pubblico. Ma non solo: «Succederà un casotto se viene fuori che do ospitalità gratuita proprio all’assessora... i giornalisti di questo, vanno a caccia». E qui il riferimento delle parole della Cannariato è all’affitto, in parte regalato dall’imprenditrice alla Amata. L’assessore poi pagò ex post 2500 euro per cinque mesi, da gennaio a maggio 2024, anche se - secondo il contratto registrato all’Agenzia delle Entrate - avrebbe dovuto pagarne 3700, cioè 750 euro al mese.

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