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L'intervista al leader del M5S, Giuseppe Conte: «Mesi per un esame. È inaccettabile»

«Gli scandali e la corruzione negli appalti sono intollerabili. I partiti di governo hanno lottizzato la sanità, paralizzandola»

Il presidente dell'M5s, Giuseppe Conte, nel corso dell’evento dal titolo “Le sfide della professione verso l’Europa” in occasione degli Stati generali dei commercialisti 2024, a Roma, 07 maggio 2024. ANSA/CLAUDIO PERI

«Mentre fioccano le mazzette intorno agli appalti della sanità, c'è gente che aspetta 8 mesi l'esito di un esame istologico. Non lo possiamo accettare tutto questo»: Giuseppe Conte arriva oggi pomeriggio a Palermo per un blitz che serve a inaugurare la nuova strategia di attacco frontale a Schifani e a intestare al Movimento 5 Stelle la costruzione dell'alleanza che porterà alla sfida per Palazzo d'Orleans nel 2027.

È arrivato a Palermo per guidare la protesta del Movimento contro la gestione della Sanità da parte del governo Schifani. Cosa rimprovera su questo e altro alla giunta?

«Sono sinceramente preoccupato per le condizioni della sanità pubblica in tutta Italia e in Sicilia in particolare, dove gli scandali con incredibile frequenza finiscono sulle pagine dei giornali. Freschissimo quello relativo all'inchiesta sugli appalti, per un presunto giro di corruzione che ha portato ad arresti domiciliari, interdittive e obblighi di dimora. Per non parlare di quelli relativi a visite ed esami. Non possiamo accettare mazzette sugli appalti della sanità e persone in fila 8 mesi per un esame istologico su un tumore. Nel 2024, 4 milioni di italiani hanno rinunciato a curarsi a causa delle liste d'attesa, che qui sono lunghissime. Meloni che fa? Taglia sulla sanità e investe tutto in armi, mentre il decreto sulle liste d’attesa fallisce miseramente. È ora di dire basta, è ora anche che il governo regionale guardi un po' più al bisogno di salute dei cittadini che agli interessi di bottega dei partiti che lo sostengono e che hanno lottizzato la sanità paralizzandola. Per il resto non mi pare che la giunta in carica si sia distinta per grandi riforme, mentre enormi problemi sono periodicamente sul tappeto, mi riferisco alla siccità, agli incendi, al welfare che non si sostiene certo con le risorse insufficienti del reddito di povertà. Se ne saranno accorti anche i siciliani, come dimostra il recente sondaggio che colloca Schifani all'ultimo posto della classifica di gradimento dei presidenti di regione».

Arriva in Sicilia dopo la vittoria del campo largo a Genova e la disfatta al referendum. Qual è il vero volto del centrosinistra?

«Intanto sul referendum eviterei di rincorrere la grancassa mediatica del centrodestra, oltre 12 milioni di cittadini sono andati a votare per più diritti sul lavoro e questo è un dato che nel governo sbagliano a sottovalutare. Detto ciò, il campo progressista si definisce per le battaglie che sta portando avanti insieme, fuori e dentro il Parlamento, così come sui territori. Mi riferisco a progetti di cambiamento reale del Paese, volti a costruire una concreta e credibile alternativa alla Meloni su sanità, politiche del lavoro, lotta alle disuguaglianze sociali. Ricordo che in Italia il 9% dei lavoratori dipendenti full time sono in povertà, il 16,5% di famiglie operaie sono in totale indigenza e ben 6 milioni di cittadini, che di fatto sono quelli che hanno contratti precari e a part-time, guadagnano al massimo 1.000 euro al mese».

L'intervista completa sul Giornale di Sicilia in edicola e nell'edizione digitale. 

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