«Apprendiamo dal Giornale di Sicilia che sulle liste d'attesa ci saremmo riavvicinati ai livelli di due anni fa, che sono drammatici, per non dire tragici. Significa che il governo ha fallito e che i direttori generali di Asp e ospedali, che erano chiamati ad abbatterle, ora devono andare a casa come previsto dai loro contratti. Il tempo delle chiacchiere è finito. Ci vogliono i fatti, e i fatti possono essere realizzati solo se c'è la volontà di farli veramente. Si porti subito in aula la nostra mozione per applicare la legge del 1998, che permetterebbe di accorciare i tempi e permettere ai cittadini di fare gratuitamente esami e visite, oltre che nel pubblico, anche nel privato. È applicabilissima se solo si semplificassero i suoi meccanismi, e siamo noi per primi a chiederlo». Lo affermano per il M5S il coordinatore siciliano Nuccio Di Paola e il capogruppo all'Ars Antonio De Luca.
«Mentre a Roma si discute, in questo caso in Sicilia – dicono Di Paola e De Luca – Sagunto viene espugnata, e Sagunto è la salute dei siciliani, specie di quelli meno abbienti che, non potendo aspettare mesi per una visita o un esame e non potendo permettersi di ricorrere a pagamento ai privati, rinunciano a curarsi. È ora di dire basta. È ora di dire basta con lo sfascio di questa sanità, che denunceremo pubblicamente nel corso della manifestazione di domenica prossima a piazza Bologni a Palermo, alla quale interverrà anche il presidente Giuseppe Conte, oltre a rappresentanti di altri partiti, associazioni e sindacati».
«La mozione M5S, già depositata all'Ars - spiega in una nota il Movimento Cinque Stelle - punta a togliere le ragnatele al Decreto legislativo 124 del 1998, rimasto fino ad oggi solo sulla carta e pressoché sconosciuto non solo ai cittadini ma anche agli operatori sanitari. Permetterebbe agli utenti, quando il servizio pubblico non è in grado di garantire la tempistica indicata nella prescrizione, di fare gratuitamente visite ed esami nel pubblico, in regime intramurario, o nel privato, pagando solo il ticket, e nemmeno quello, se è esente. Tutto sarebbe a carico della Regione, che dovrebbe rimborsare ai cittadini le somme eventualmente anticipate».
«La legge – spiega Di Paola – è rimasta praticamente lettera morta non solo perché sconosciuta ai più, ma anche perché prevede meccanismi di rimborso farraginosi che di fatto costringono quei pochi che la conoscono e che provano a trarne vantaggio a battere in ritirata. La procedura di rimborso, infatti, non è per nulla automatica, anzi. Il cittadino si trova a doversi sobbarcare una mole di pratiche assurde, come quella di dover dimostrare autonomamente che l'Asp non ha rispettato i tempi di attesa, circostanza pressoché impossibile da attestare perché i CUP raramente rilasciano un'attestazione formale dell'impossibilità di prenotazione».
La mozione M5S impegna il governo a semplificare al massimo i meccanismi e ad avviare una capillare campagna di informazione diretta ai cittadini e agli operatori sanitari, per mettere questi ultimi nelle condizioni di guidare l'utente a orientarsi nella gestione dei rimborsi.
«Per la verità – sostiene Di Paola – noi vorremmo andare oltre. La nostra mozione, infatti, prevede che siano i privati a dover chiedere i rimborsi alla Regione, evitando al cittadino di dover anticipare qualsiasi somma, cosa che potrebbe anche costituire un problema per i meno abbienti. Per questo nella prossima manovra di luglio presenteremo un emendamento che crei un adeguato fondo ah hoc».
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