
In ballo ci sono oltre 600 stabilizzazioni di precari. E un cambio di passo che dovrebbe da un lato garantire un miglioramento della fornitura d’acqua e dall’altro il pagamento di una tariffa legata solo a quella davvero ricevuta. Con queste premesse, e forte di un accordo trasversale che le ha assicurato una corsia preferenziale, arriva all’Ars domani la riforma dei consorzi di bonifica.
È un testo al quale, per la verità, il Parlamento ha lavorato da oltre un anno. Rimasto insabbiato in commissione per lo scontro maturato sulle assunzioni. Ora arriva in aula scavalcando leggi che sembravano ormai al traguardo come quella sugli enti locali. «La filosofia di fondo - ha assicurato Gaspare Vitrano, presidente della commissione Attività Produttive - è che tutti gli attuali 1.200 transiteranno nei nuovi consorzi, salvando il posto. Gli altri verranno stabilizzati».
Ed è su questo che si è lavorato sotto traccia, complice il pressing che la Dc e Fratelli d’Italia hanno effettuato sul governo per portare in aula, al momento del voto, un emendamento che prevederà la stabilizzazione di quasi tutti gli oltre 600 attuali precari. «C’è già un tesoretto di 4 milioni e 100 mila euro accantonati da mesi - anticipa Carmelo Pace, capogruppo democristiano all’Ars - e l’intesa prevede che chi non arriverà subito alla stabilizzazione usufruirà almeno di un aumento delle giornate di impiego». In pratica, quanti oggi svolgono meno di 100 giornate all’anno passeranno a 156. Il tutto in attesa del posto fisso.
L'articolo completo sul Giornale di Sicilia in edicola e nell'edizione digitale.

Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.

Caricamento commenti
Commenta la notizia