
Mentre l’Ars, a fatica, approvava la norma che toglie gli ostacoli all’aborto negli ospedali pubblici, dietro le quinte un vertice di maggioranza cambiava la strategia per la manovra bis mandando in soffitta gli emendamenti concordati appena la settimana scorsa.
Cronaca di una giornata convulsa in Parlamento. La norma che crea reparti ad hoc per togliere gli ostacoli che oggi rendono quasi impossibile l'aborto nelle strutture pubbliche siciliane è stata approvata. Ma c’è voluto un voto segreto in cui a favore si sono schierati in 27 e contro in 25. Il presupposto della norma proposta da Dario Safina (Pd) è un dato che vede in Sicilia l'85% di medici in servizio nel pubblico dichiararsi obiettori di coscienza. Negando quindi alle donne la possibilità di abortire.
Ora all'interno dei reparti di Ginecologia degli ospedali pubblici nasceranno delle unità semplici in cui si pratica esclusivamente l'aborto. Qui verranno assunti ginecologi ma anche anestesisti che si dichiarino non obiettori. La norma prevedeva inizialmente la perdita del posto per quanti si dichiarassero obiettori solo dopo l'assunzione. Ma i timori di una impugnativa per incostituzionalità hanno suggerito a Safina di prevedere che nel caso il medico si dichiari obiettore dopo l'assunzione venga trasferito in altro reparto e sostituito facendo un'altra assunzione.
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