
«Alla presidente del Consiglio, al ministro e poi a tutti i gruppi parlamentari, compresi quelli della maggioranza, sono state ulteriormente rappresentate le motivazioni del nostro assoluto dissenso verso questa riforma che, come abbiamo detto più volte, non giova assolutamente all’efficienza della giustizia». Lo ha detto il presidente dell’Anm, Cesare Parodi, incontrando i giornalisti a Palermo, a margine del comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati che si tiene nell’aula magna della corte di appello del tribunale di Palermo.
Parodi ha aggiunto: «Le posizioni sulla riforma sono diametralmente opposte, nel senso che noi non possiamo modificare le nostre idee nelle quali crediamo fermamente. Il governo ha preso un impegno con i suoi elettori che vuole quindi portare fino in fondo, direi senza nemmeno aprirsi non dico all’Anm, ma neanche al dibattito del parlamentare. Abbiamo visto quelli che sono stati i tagli sui tempi, molto drastici, evidentemente il sintomo che non c'è una volontà di approfondimento, ma di portare fino in fondo un progetto che è stato ideato tempo fa e che deve essere adesso realizzato in tempi più brevi possibili».
«Si parla dell’errore giudiziario perché l’errore è un concetto molto semplice da comunicare al cittadino medio. Però è molto discutibile perché l’errore è un concetto indeterminato, l’errore può essere totalmente incolpevole. È comunque un errore, ma non c'è nessuna responsabilità. Ma oltretutto si parla di errore, questo è il fatto più grave, quando non si conosce invece ancora la risposta giusta». Ha proseguito il presidente dell’Anm, Cesare Parodi. «Molto spesso invece si parla di errore quando - ha spiegato - questa risposta, che è una risposta faticosa e che è il frutto magari di indagine di valutazioni complesse lunghe, non c'è ancora. Però si parla già di errore perché fa comodo. Lo rilevo perché evidentemente che è qualcosa che non avviene per caso, è il frutto di una precisa scelta comunicativa che noi dobbiamo legittimamente contrastare - ha concluso -, perché è un qualcosa che fa un torto alla ricerca della verità».
«A proposito delle modifiche dell’ordinamento giudiziario che prevede come illecito disciplinare anche quello di parlare di tematiche legate alla giustizia, come possono essere i temi referendari, io spero di no ma ma se dovesse accadere qualcosa che viene a limitare la nostra possibilità come cittadini di manifestare la nostra opinione io quel giorno stesso chiederò di fare un’intervista e rilascerò una dichiarazione sui temi che vengono vietati legati al referendum e il giorno stesso mi autodenuncerò al Csm, se questa è la strada». Ha detto Cesare Parodi, presidente dell’Anm.
«Io ho sempre detto che - prosegue - la magistratura associata in questo momento non fa una opposizione politica ideologica, ma difende dei principi. Se anche difendere questi principi, in termini assolutamente neutri e solamente legati a una difesa di valori, verrà indicato con un comportamento disciplinarmente rilevante, benissimo io sono il primo a porre in essere un un illecito disciplinare non c'è dubbio».
Caricamento commenti
Commenta la notizia