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La revoca del direttore Croce all'Asp di Trapani, la relazione dell'assessore: «Gestione del tutto fallimentare»

Croce, che ha annunciato di voler ricorrere contro questo provvedimento, viene accusato di «assenza di azioni concrete per risolvere gli enormi ritardi pur avendo conosciuto l'entità del fenomeno».

«L'organizzazione aziendale non è risultata adeguata al fine di una tempestiva ed efficace gestione delle procedure istologiche. E la carenza di un sistema di monitoraggio in tempo reale delle attività diagnostiche ha aumentato a dismisura i tempi di attesa a discapito della salute dei cittadini»: è il passaggio principale delle 18 pagine che compongono la relazione dell'assessore alla Sanità Daniela Faraoni sul caso dei ritardi di mesi all'Asp di Trapani nella consegna degli esami istologici.

Sulla base di questa relazione il presidente della Regione, Renato Schifani, ha emesso oggi il provvedimento di revoca dell'incarico del manager Ferdinando Croce e, poiché questo procedimento è molto lungo, la contestuale immediata sospensione per due mesi. Croce, infatti, ha annunciato che si opporrà alla revoca e ciò comporterà un nuovo esame delle sue controdeduzioni e un nuovo provvedimento motivato di Schifani, che dovrà anche passare dalla prima commissione dell'Ars.

Nella relazione la gestione di Croce viene definita «del tutto fallimentare». Da qui le «gravi responsabilità gestionali». Secondo il provvedimento firmato dalla Faraoni, il manager «nell'apprendere l'esistenza di condizioni di criticità nell'erogazione del servizio avrebbe dovuto porre rimedio mediante l'adozione di concreti e risolutivi interventi organizzativi, di monitoraggio e di vigilanza». Invece si è registrata, sempre secondo la relazione, «una visione limitata della gravità del problema che invece è emerso nella sua drammatica dimensione soltanto il 5 marzo scorso».

Il filo conduttore del carteggio che sorregge la decisione presa dal presidente Schifani è che il manager Croce sapesse fin dall'inizio del 2024, al momento del suo insediamento, dell'emergenza che era scoppiata nei reparti di anatomia patologica. Ma le sue contromisure sarebbero state tardive, anche per il fatto di aver inizialmente «sottovalutato il problema». Da qui l'avvio del provvedimento di revoca dell'incarico per «omissione di atti obbligatori per legge e violazione del principio di efficacia e efficienza della pubblica amministrazione».

Croce, che ha annunciato di voler ricorrere contro questo provvedimento, viene accusato di «assenza di azioni concrete per risolvere gli enormi ritardi pur avendo conosciuto l'entità del fenomeno».

Sono stati 3.300 gli esami istologici fatti e consegnati in 9-12 mesi invece che nei 20 giorni previsti dalle linee guida ministeriali. La relazione evidenzia anche che a fronte dei ritardi, ben 356 di questi esami sono risultati positivi: i pazienti, in estrema sintesi, hanno il cancro e lo hanno appreso con mesi di ritardo. Ciò ha ovviamente comportato un ritardo anche dell'avvio delle cure.

Nessuno in Fratelli d'Italia, partito che ha indicato Croce, ha commentato il provvedimento firmato da Schifani. Ma la corrente che fa capo a Ruggero Razza, big sponsor del manager, continua a ritenere il manager non responsabile dei ritardi che sarebbero il frutto di problemi maturati durante la gestione precedente.

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