
Passa fra le polemiche la norma che modifica il sistema di gestione del Brass Group di Palermo. La guida del prestigioso organismo finora affidata al maestro Garsia verrà affidata a un presidente nominato a sua volta da un consiglio di amministrazione di cui la Regione avrà il controllo. Una norma che aveva sollevato dure polemiche sia del mondo della cultura che da parte dell'opposizione.
E tuttavia il disegno di legge proposto dal centrodestra, su forte spinta di Fratelli d'Italia, è stato approvato oggi in commissione all'Ars ed è dunque pronto per il voto finale in aula. La seduta nella commissione Cultura, guidata dal meloniano Fabrizio Ferrara, è stata tumultuosa e a un certo punto il centrosinistra ha abbandonato i lavori in segno di protesta. Il centrodestra però è andato avanti approvando il testo. Ora tocca a Sala d'Ercole, fra qualche giorno.
«Il centrodestra vuole la longa manus sulla fondazione Brass. L’ente musicale con rilievo internazionale diventa terra di conquista della politica con un’azione deliberata della maggioranza di Schifani. Abbiamo scelto, come opposizione, di abbandonare i lavori della commissione Cultura dell’Ars dove oggi è andata in scena l’ennesima pantomima con l’assessore al Turismo e il presidente della medesima commissione chiusi nell’anticamera per forzare la mano sul Brass group, modificando per legge lo statuto di un’organizzazione privata - ha detto Roberta Schillaci, vice capogruppo del Movimento Cinquestelle -. Registriamo che alla ripresa dei lavori, in assenza di tutti i componenti della minoranza, il centrodestra ha approvato la norma con l’ennesima prova di forza. Viene estromessa la scuola del Brass dall’indicazione di un componente del Cda, mentre due componenti, tra cui il presidente, diventano appannaggio del governo regionale. Trovo assurdo che la politica entri a gamba tesa in certi settori come quello della cultura, anche perché si sta dimostrando che quando si punta a condizionare comparti come la sanità, ed in questo caso quello dell’arte, il risultato è deleterio».
Le reazioni
«Oggi abbiamo abbandonato i lavori della V Commissione dell'Assemblea Regionale Siciliana in segno di protesta contro il tentativo della maggioranza di assoggettare la Fondazione Orchestra Jazz Siciliana The Brass Group al controllo della politica». Lo denunciano Valentina Chinnici e Ersilia Saverino, insieme a tutto il gruppo del Pd all’Assemblea Regionale Siciliana.
Le deputate continuano: «Un atto grave e inaccettabile. La maggioranza, ignorando i nostri appelli al confronto e al dialogo, e le richieste avanzate in commissione dalla stessa Fondazione, ha approvato un emendamento che le impone la modifica dello statuto, garantendosi così il controllo dei suoi organi di governo».
«Una scelta sbagliata - aggiungono - che ha registrato anche il voto contrario della deputata di maggioranza Rosellina Marchetta e che mina l'autonomia e la qualità artistica della Fondazione. The Brass Group è una delle realtà musicali e culturali più prestigiose del panorama regionale e nazionale. Tentare di politicizzarne la governance significa mortificarne la dignità e compromettere la sua missione artistica e culturale».
E concludono: «Ribadiamo il nostro impegno concludono a difesa dell’indipendenza di tutte le istituzioni culturali e della libertà dell’espressione artistica. Ci opporremo con forza a ogni ingerenza politica che possa compromettere l'eccellenza e la reputazione della Fondazione. Continueremo a batterci affinché The Brass Group possa continuare a operare in piena autonomia, senza condizionamenti e interferenze, garantendo alla Sicilia e all'Italia una programmazione musicale di qualità internazionale».
Marianna Caronia, vicepresidente della Commissione Cultura dell'Ars oggi non ha preso parte al voto sul Brass Group, esprimendo «forti perplessità sulla proposta di modifica della governance della Fondazione».
«Credo che le forzature non servano a nessuno - ha detto Caronia - e che sia invece fondamentale ascoltare le preoccupazioni dei maestri, di tutti i lavoratori e dell'attuale governace, prima di procedere con interventi normativi».
«La cultura non può e non deve essere terreno di decisioni affrettate. Il Brass Group rappresenta un patrimonio per tutta la Sicilia e merita un confronto approfondito e rispettoso della sua storia», afferma Caronia, che auspica «un approccio costruttivo durante il dibattito d'Aula, evitando il muro contro muro, perché ciò che conta davvero è garantire al Brass la propria autonomia e risorse adeguate a ché prosegua questa grande storia artistica e culturale».
«Mi impegnerò personalmente affinché vengano garantite le risorse necessarie per la continuità delle attività della Fondazione», conclude Caronia, e «lavorerò per una soluzione condivisa che tuteli l'identità artistica del Brass e ne valorizzi ulteriormente il ruolo culturale».
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