
Nel passaggio principale della nota inviata stamani a vari uffici della Regione e all'Ars, il ministero dell'Economia contesta le norme dell'ultima Finanziaria regionale che assegnano contributi a pioggia. «Mancano criteri obiettivi e trasparenti nella scelta dei beneficiari», scrivono da Roma. Citando una vecchia pronuncia della Consulta in base alla quale, erogando mance senza un bando, «non vengono rispettati i principi di eguaglianza e parità di trattamento previsti dall'articolo 3 della Costituzione».
All'orizzonte si scorgono segnali di bufera per le associazioni e gli enti pubblici premiati appena due mesi fa da Ars e governo con una valanga di emendamenti ad personam che hanno stanziato contributi per una cifra che vale circa 80 milioni, anche se gli articoli finiti sotto la lente di ingrandimento varrebbero una quarantina di milioni. Nel mirino sono le norme del "collegato" alla Finanziaria, la legge 3 del 2025.
Va detto che quella del ministero non è una impugnativa vera e propria. La lettera inviata alla Regione indica che la valutazione sulla necessità di impugnare o meno viene rimandata al dipartimento Affari Regionali. Ma l'impostazione della nota non lascia molti dubbi sulle intenzioni del governo nazionale: «Non si tratta di una impugnativa – precisa l'assessore regionale all'Economia, Alessandro Dagnino – e tuttavia siamo in presenza di rilievi che segnano una novità rispetto alla prassi precedente su questo tipo di norme. Valuteremo cosa fare e attendiamo di sapere se il dipartimento Affari Regionali vorrà intraprendere una interlocuzione con la Regione».
Nella lettera il ministero dell'Economia contesta anche la natura di «legge provvedimento» degli articoli con cui sono stati individuati i beneficiari dei contributi: «Il legislatore ha emanato norme a carattere provvedimentale senza esplicitare senza esplicitare i criteri utilizzati per la scelta dei beneficiari degli interventi». In sintesi, se si sceglie di assegnare risorse senza un bando, occorre motivare questa scelta indicando i requisiti in base ai quali i destinatari sono meritevoli di provvedimenti specifici. È quello che fin dall'inizio hanno chiesto, inutilmente, le 103 associazioni, riunite nel cartello Stati generali dello spettacolo, escluse dai contributi a pioggia.
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