
Il verdetto, o meglio, il «non verdetto» è passato un po’ in sordina, ma tra non molto potrebbe avere conseguenze notevoli sulle spesse della sanità, e non solo nell’Isola: il Cga della Sicilia ha deciso di sospendere il giudizio sulla ripartizione dei budget sanitari assegnati ai privati accreditati e di rimettere alla Corte di Giustizia dell’Unione europea alcuni quesiti sulla concorrenza nel settore.
Tutto nasce dall’iniziativa dell’Agcm (Autorità garante della concorrenza e del mercato), che ha impugnato i criteri di distribuzione delle risorse decisi dalla Regione, contestando l’uso della spesa storica come criterio per l’assegnazione dei fondi. Secondo l’Autorità, questo sistema favorirebbe le aziende già contrattualizzate, consolidando posizioni di vantaggio e limitando l’accesso al mercato per nuovi operatori.
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