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Politiche industriali, referendum, stabilità del lavoro e sicurezza sui posti di lavoro. Questi i temi più caldi affrontati da Maurizio Landini, segretario generale nazionale della Cgil nell'assemblea generale di tutti i gruppi dirigenti in Sicilia all'hotel Saracen di Isola delle Femmine, in provincia di Palermo.
«Noi stiamo pagando non solo su queste vertenze, ma più in generale stiamo pagando un’assenza di politiche industriali nel nostro Paese. Perchè avere politiche industriali vuol dire che il governo deve individuare i settori strategici su cui indirizzare gli investimenti ed è evidente che per quello che ci riguarda oggi siamo di fronte a un rischio che il nostro sistema industriale paghi un prezzo altissimo: rischiamo di diventare una provincia dell’impero». Dice Landini, parlando con i giornalisti. E poi, sulla vertenza StMicroelectronics che in Sicilia vede a rischio circa 2.600 posti di lavoro, ha aggiunto: «Mi sembra che sia sotto gli occhi di tutti che quello è un settore strategico e c'è bisogno di politiche industriali molto chiare».
«Non siamo d'accordo con Eni su Versalis»
Poi Landini prosegue palando di Versalis: «Non siamo d’accordo sulla scelta che Eni sta facendo su Versalis. Consideriamo che sia un errore abbandonare la chimica di base. Sarebbe un errore strategico proprio per il ruolo dell’industria nel nostro Paese. Stiamo facendo questa battaglia stiamo chiedendo che venga cambiata idea e siamo pronti ad andare fino in fondo in questa direzione».
«Referendum rimettono al centro dignità cittadini»
Il segretario della Cgil poi affronta l'argomento referendum: «Per noi oggi i referendum vogliono rimettere al centro la dignità e la libertà delle persone. Oltre alla questione dei licenziamenti, noi poniamo il tema di superare i contratti a termine e la precarietà e poniamo il tema di dire basta ai morti sul lavoro. Insieme al comitato per la cittadinanza abbiamo chiesto un incontro alla presidente del consiglio per chiedere che siano messe insieme le lezioni amministrative ed i referendum e che venga dato il diritto a tutti coloro, che sono fuori sede o all’estero, di essere messi nelle condizioni di votare».
Osserva inoltre: «Abbiamo anche chiesto - prosegue - un incontro alla commissione di vigilanza Rai, perché le reti televisive ed il servizio pubblico diano il massimo di informazioni possibili in questa direzione. Il referendum è uno strumento che migliorerebbe i diritti e le tutele di tutti quei cittadini che, per vivere, hanno bisogno di lavorare. Penso che sia una battaglia di democrazia. Se tutti vengono messi nelle condizioni di poter votare il quorum sarebbe alla nostra portata», conclude Landini.
«Campagna contro voto è contro democrazia»
Il leader del sindacato incalza: «Pensiamo che oggi il voto vada rilanciato come diritto delle persone. Troverei davvero singolare che le forze politiche dessero l’indicazione di non andare a votare in un momento in cui c'è una crisi della democrazia e la metà dei cittadini non va votare perchè non si fida più di nessuno. Una campagna contro il voto, sarebbe una campagna contro la democrazia. Il referendum non è un’elezione politica. Non voti per questo o per quel partito. Il referendum permette a te, cittadino, di poter decidere sulla tua vita, sui tuoi diritti. Quindi, penso sia una battaglia di civiltà e di libertà e democrazia: se tutti verranno messi nella condizione di conoscere, penso che il quorum sia alla nostra portata perchè continuo a pensare che la maggioranza delle persone nel nostro Paese vuole più diritti, più tutele e più sicurezza».
E ancora: «Insieme al Comitato per la cittadinanza abbiamo inviato una lettera alla presidente del Consiglio chiedendo che siano messe assieme le elezioni amministrative e il referendum e che venga dato il diritto a tutti quelli che sono fuori sede; alla commissione di Vigilanza Rai e alla Rai abbiano chiesto che il servizio pubblico dia il massimo di informazione possibile».
«Rimettiamo al centro libertà e lavoro»
Libertà e lavoro, Landini prosegue: «Noi stiamo chiedendo di cambiare le leggi balorde che negli ultimi 20 anni hanno determinato questo livello di precarietà. Non diciamo che questo riguarda solo l’ultimo governo, ma le politiche fatte negli ultimi 20-25 anni nel nostro Paese da tutti i governi che ci sono stati, hanno di fatto aumentato la precarietà in un modo inaccettabile e quindi per noi è venuto il momento di dire basta».
Ribadisce: «Credo che nessuno di noi alla domanda 'cosa vuoi fare da grande risponderebbe il precario e penso che uno che ha figli avrebbe piacere che potessero rimanere in Italia, in Sicilia, per poter usare la propria intelligenza qui. E’ un voto che rimette al centro un’altra idea di modello di sviluppo che è fondato sulla libertà delle persone, sulla possibilità delle persone di realizzarsi nel lavoro che fanno e per farlo deve avere dei diritti, perchè se uno è precario non è libero. Quindi questo è un referendum che rimette al centro la libertà delle persone nella vita e nel lavoro».
Prosegue: «Oggi la qualità dell’occupazione che si sta creando è una qualità balorda, di precarietà su precarietà. La gente è precaria e con salari bassi. Per quello che ci riguarda, cancellare leggi balorde significa aprire la strada all’idea di qualità dello sviluppo. Si sta, tar l’altro, aumentando anche l’occupazione nei settori in cui c'è più precarietà.Se guardiamo i settori industriali c'è un calo dell’occupazione e c'è un aumento di quelli che hanno più di cinquant'anni, perché hanno bloccato le pensioni».
I numeri di Landini sul lavoro
«I numeri parlano - prosegue - abbiamo 4 milioni e mezzo di part-time involontari, cioè gente che non li ha scelti e che è costretto farli pur non arrivando agli 11 mila euro lordi l'anno, ciò persone che sono povere lavorando. Abbiamo quasi 2 milioni e mezzo di contratti a termine. Abbiamo 1 milione di lavoratori somministrati, 1 milione di lavoratori stagionali, 3 milioni di lavoratori in nero. Da questo punto di vista di quale crescita occupazionale stiamo parlando?».
Inoltre aggiunge: «Siamo il paese - prosegue Landini - che ha avuto un aumento dei profitti senza fine. Lo dice Mediobanca: nel 2022 e 2023, mettendo insieme le banche, le assicurazioni e le prime 200 aziende del nostro paese, abbiamo 132 miliardi di utili. L’80% di questi utili non sono stati reinvestiti ma sono stati suddivisi tra i soci. Siamo il paese che, anziché aumentare la tassazione sui profitti, sulla rendita finanziaria e immobiliare, ha aumentato la tassazione sul lavoro dipendente e sui pensionati, pur essendo un paese che ha 90 miliardi di evasione fiscale», conclude Landini.
«Responsabilità sicurezza lavoro su aziende appaltatrici»
Sulla sicurezza nei posti di lavoro e sul triste tema delle morti bianche: Landini sottolinea: «Tra i record del nostro paese ci sono i più di mille morti sul lavoro all’anno e i più di 500 mila infortuni. Noi stiamo chiedendo una cosa molto precisa: un’azienda che decide di appaltare il lavoro deve rimanere responsabile della sicurezza e della qualità del lavoro che si determina, visto che la maggior parte degli infortuni e delle morti avviene lungo la catena degli appalti, dei subappalti e delle finte cooperative».
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