![Il procuratore Antimafia Cafiero De Raho](https://assets.gds.it/2018/07/de-raho-800x800.jpg)
«La vasta operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ha fatto emergere come alcuni mafiosi detenuti disponessero di microsim e di cellulari criptati introdotti illegalmente nelle carceri. Questi strumenti permettevano loro di comunicare indisturbati con l’esterno e impartire ordini. Per questo ho scritto un’interrogazione parlamentare per sapere dal ministro Nordio quali misure abbia adottato fino a oggi per contrastare questo fenomeno allarmante e se non ritenga che sia giunto il momento di adottare i jammer disturbatori di frequenze o altri strumenti utili per impedire le comunicazioni da dentro le carceri con l’esterno». Lo afferma il deputato M5S Federico Cafiero de Raho vice presidente della commissione Giustizia e della commissione Antimafia ed ex procuratore nazionale Antimafia.
«L’indagine - aggiunge - ha evidenziato la prova dell’utilizzo, da parte di Cosa Nostra, di canali comunicativi innovativi rispetto al passato. Gli incontri fisici tra boss sono sempre più rari e vengono sostituiti dall’uso di chat criptate e di nuove piattaforme di messaggistica. Un boss detenuto avrebbe addiritutra organizzato una spedizione punitiva all’esterno del carcere, individuando egli stesso, nel corso di una lunga serie di telefonate, i componenti della squadra delegata al pestaggio e le precise modalità dell’agguato. Avrebbe addirittura assistito in diretta al massacro della vittima, grazie ad un collegamento video. Questa indagine non è il primo campanello d’allarme su questo tema, il governo deve intervenire subito e in maniera perentoria».
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