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Sanità e dirigenti nel mirino di Schifani: «Chi sbaglia paga e troppi ritardi: servono cambiamenti»

Il presidente della Regione critica la burocrazia negli assessorati: «Sistema incrostato, noi corriamo a 300 all’ora, loro a 50»

«Chi sbaglia paga»: Renato Schifani torna a puntare l'indice contro i dirigenti, sia quelli che stanno guidando la sanità sia quelli a capo dei dipartimenti degli assessorati regionali. Tutti accusati di non essere al passo col ritmo di marcia che il presidente vorrebbe imprimere all'azione di governo.

Schifani, ospite a Catania delle celebrazioni in onore di Sant'Agata (nella foto, nella parrocchia di San Nicolò l'Arena dove si è svolto il pranzo sociale promosso dall’Arcidiocesi e dalla Comunità di Sant’Egidio) ha preso spunto dalle recenti dimissioni dei vertici dell'ospedale Villa Sofia, seguite ai casi di malasanità che lui stesso aveva registrato visitando il pronto soccorso e il reparto di Ortopedia: «Ci sono state alcune dimissioni, ho voluto dare il segnale che chi sbaglia paga. Chi sbaglia si deve assumere la propria responsabilità. Trovo una sanità figlia di una stratificazione politica che ha portato nei decenni a scelte che non sono ricadute sui migliori, ma su coloro i quali venivano indicati più vicino a quel partito o l'altro», ha detto il presidente della Regione.

Schifani ha poi allargato la sua analisi alla dirigenza regionale degli assessorati: «Il governo sta attuando una politica liberale, cioè di attrazione di investimenti. Ma quello che registro è un sistema amministrativo burocratico che rispetto al sottoscritto e agli assessori, che andiamo a 300 a l'ora, è fatto di singoli ed è incrostato nel tempo e cammina a 50 all'ora. I tempi di attuazione delle mie indicazioni a volte si perdono nella sciatteria. Non voglio offendere nessuno ma è così. Io, non dico tutti i giorni, ma quasi sistematicamente mi adiro dentro di me, perché vedo che le indicazioni poi seguono un iter molto, molto, molto lento, diluito nel tempo. Cioè non c'è entusiasmo in parte della burocrazia insomma. C'è una grossa parte di questo sistema - ha concluso il presidente - che si è incrostato, per cui io mi trovo certe volte a vivere un mondo diverso, io che vengo dal mondo della politica nazionale, dal mondo della professione. Dove ci sono i tempi perentori, le scadenze, dove c'è un sistema con delle assunzioni di responsabilità decisionali e a volte mi sento un marziano».

Sono messaggi che il presidente sta lanciando da giorni per annunciare la rotazione ai vertici dei dipartimenti regionali degli assessorati: una manovra che coinvolgerà gran parte dei 17 contratti in scadenza dei principali super burocrati della Regione.

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