Va avanti da oltre un mese. Un carteggio consistente fra il sindaco, Roberto Lagalla, e la capo area dei Tributi, Maria Mandalà. Il primo ha chiesto alcuni chiarimenti in modo veemente, dopo articoli di stampa che davano conto di presunte disfunzioni negli uffici di piazza Giulio Cesare. Cosa che aveva fatto irritare il primo cittadino; la seconda si è sentita punta nell'onore e ritenendo di essere stata ingiustamente accusata, nonostante lo sforzo profuso dai suoi uffici per la lotta all'evasione, ha risposto senza andare tanto per il sottile.
I toni ora si sono abbassati. Ma lo scontro - si capisce - non è finito, si avverte ancora la tensione nelle parole e nelle frasi utilizzate. E rischia di essere come un combattimento cui assistono consiglieri e burocrazia varia, visto che le note sono rivolte a più indirizzi e stanno facendo il giro delle chat interne.
Lagalla, la scorsa settimana, ha scritto nuovamente alla dirigente, non essendo soddisfatto della relazione su presunti avvisi di notifica inesatti. E avverte che vorrà una risposta «con consono approccio e sobria aggettivazione». L’ex rettore, inoltre, «stigmatizza» l’inserimento della nota dirigenziale di «destinatari istituzionali non ricompresi nella originaria richiesta». Insomma, per Lagalla doveva rimanere un affare fra il suo ufficio e quello della Mandalà, che ha invece reso edotto anche il Consiglio comunale di quanto stava avvenendo.
La Mandalà, dirigente di primo piano, sempre a contatto con settori «caldi» dell’amministrazione, ha nuovamente relazionato. Il carattere delle parole è duro ma istituzionale. Parla del disagio dei suoi uffici per le accuse ingiuste, del difficile contesto emergenziale in cui si è costretti a operare. Poi spiega che «non è mai stata mia intenzione alimentare conflitti» e che «un confronto costruttivo, fondato su elementi oggettivi, è indispensabile per il buon andamento dell’ente». Infine, sulle disfunzioni, Mandalà fa riferimento a «problematiche di natura telematica e informativa più volte segnalate a Sispi e tuttora irrisolte». Cordiali saluti (si fa per dire).
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