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Palermo, il Cimo: «Grande amarezza per la gestione dell'emergenza a Villa Sofia»

Giuseppe Bonsignore
Giuseppe Bonsignore

«Apprendiamo delle dimissioni del direttore sanitario di Villa Sofia - Cervello, Aroldo Rizzo, giunte all’indomani di un breve, ma a quanto pare denso di contenuti, confronto col presidente della Regione, Renato Schifani». Così, in una nota, il segretario regionale della Cimo Sicilia Giuseppe Bonsignore. «Sono giorni di profonda amarezza - aggiunge - quelli che stanno vivendo tutti gli operatori sanitari dei due ospedali cittadini oggi additati come una delle peggiori realtà sanitarie esistenti, con un’esposizione mediatica negativa mai registratasi prima d’ora. La stessa amarezza che traspare chiaramente dalle parole scelte dal direttore sanitario nel porgere le proprie dimissioni al direttore generale Roberto Colletti, in cui respinge con fermezza le accuse di «incapacità e inadeguatezza» ma che «per dignità» sceglie di rimettere il proprio mandato».

«Nei giorni a cavallo di Capodanno e in quelli immediatamente successivi - evidenzia Bonsignore - i riflettori dei mezzi di informazione sono stati accesi sull’ortopedia di Villa Sofia grazie al blitz del presidente Schifani, chiamato in causa da una telefonata di un suo conoscente in attesa di intervento chirurgico, e precipitatosi a verificare lo stato delle cose, rimarcando poi che c’erano ben quattordici pazienti in attesa di essere operati in ortopedia ma omettendo di evidenziare come nell’intero mese di dicembre i posti letto complessivi di ortopedia di Palermo e Provincia si sono più che dimezzati per la improvvisa indisponibilità di quelli delle cliniche private accreditate che a fine anno, come sempre accade, esauriscono il budget e chiudono i battenti senza che le istituzioni sanitarie abbiano mai fatto nulla per scongiurarlo».

«Subito dopo il blitz di Schifani - continua Bonsignore - è arrivata la notizia del decesso per polmonite di un paziente in attesa di intervento chirurgico per una frattura alla spalla e che proprio per la patologia concomitante non era più stato operato. Immediatamente, il presidente Schifani ha tuonato di essere in cerca dei responsabili, a quanto pare oggi è stato identificato nel direttore sanitario». «Quello stesso direttore sanitario - sottolinea Bonsignore - che non più tardi di due anni fa era stato nominato Cavaliere della Repubblica dal presidente Sergio Mattarella per tutto il lavoro svolto durante la pandemia da Covid 19 e che oggi viene additato come il re degli incompetenti e unico responsabile di uno sfascio organizzativo e strutturale non di una sola Azienda ma dell’intero sistema sanitario regionale. Non possiamo che dissentire profondamente da come questa vicenda sia stata gestita dalla politica regionale. Se qualcuno ha in mente di finire di sgretolare il sistema sanitario pubblico - conclude Bonsignore - ci stiamo avvicinando a grandi passi all’obiettivo finale».

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