Palermo

Giovedì 09 Gennaio 2025

La guerra nel Pd siciliano, l’iter del congresso non si ferma: nuovo no alle primarie per il segretario

Anthony Barbagallo va avanti. E punta ad approvare sabato le regole congressuali che prevedono il voto dei soli tesserati e non l’apertura dei gazebo. Dunque l’appello a fermare le procedure reso pubblico lunedì da 16 big delle correnti dissidenti non è stato accolto. Il segretario uscente e ricandidato, forte del sostegno del Nazareno, non ha revocato la convocazione dell’assemblea regionale del partito. Che dunque resta prevista per sabato mattina a Palermo. È sembrata una giornata tranquilla, quella di ieri nella galassia Pd. Ma la calma è solo apparente. Perché a Roma ciò che sta accadendo in Sicilia non lascia indifferenti né la segreteria nazionale né i leader delle correnti avversarie (quelle di Bonaccini e Orfini). Lo scontro nell’Isola per il controllo del partito ha uno snodo cruciale sabato. Alla riunione dell’assemblea regionale Barbagallo chiederà di approvare il regolamento che dispone il voto dei soli iscritti (con tessera rinnovata entro il 31 dicembre scorso) e per di più in una sorta di election day che punta a rinnovare i presidenti dei circoli e i segretari provinciali e regionale in un solo giorno. Ma più della metà dei deputati regionali, assieme all’europarlamentare Giuseppe Lupo e ad Anna Maria Furlan, ha chiesto invece di bloccare questo iter e puntare sulle primarie aperte anche ai non iscritti. Il tesseramento chiuso qualche giorno fa ha fatto prevalere l’area Schlein (con mediamente il 65% delle iscrizioni) e questo - obiettano i più vicini a Bonaccini e Orfini - favorisce la rielezione di Barbagallo. Lo scontro è quindi politico e non solo regolamentare. E su questo, seppur a taccuini chiusi, da Roma ieri è filtrato il sostegno alla linea decisa dall’attuale segreteria regionale. La segreteria nazionale non ha commentato l’appello rivolto alla commissione di garanzia dai 16 dissidenti, anche se questo silenzio è stato letto dai siciliani più vicini a Bonaccini e Orfini come l’avvio di una fase di riflessione che potrebbe terminare proprio nell’imminenza della riunione dell’assemblea. In risposta a questa lettura l’area Schlein in Sicilia ha fatto sapere di aver confermato la prenotazione dell’albergo palermitano in cui è prevista la riunione. Alla quale non a caso parteciperanno due inviati della Schlein, i responsabili per l’organizzazione e per gli enti Locali Igor Taruffi e Davide Baruffi. Ieri la situazione di contrapposizione è stata ben rappresentata dalle dichiarazioni di due diversi deputati regionali. Per il dissidente (rispetto a Barbagallo) Mario Giambona «la richiesta di procedere a primarie aperte non è una contrapposizione alla nostra segretaria ma il contrario. La nostra volontà è quella di rimanere aperti al volere della società civile ed a tutto il contesto economico e sociale regionale. Non vogliamo chiuderci nei giochi delle segreterie di partito». Mentre Nello Dipasquale, che insieme ad Antonello Cracolici, Valentina Chinnici e Dario Safina non ha firmato il documento dei 16, ha difeso la linea della segreteria nazionale e di quella regionale: «Sono personalmente convinto della bontà del lavoro fatto dal segretario regionale Anthony Barbagallo, dalla segreteria e dai gruppi parlamentari di Ars, Camera e Senato. Per questo motivo esprimo pieno sostegno alla ricandidatura di Barbagallo alla guida del Pd siciliano». Dispquale ha così motivato il suo no alle primarie: «Resto convinto del fatto che il segretario debba essere scelto dagli iscritti ad un partito senza il coinvolgimento degli esterni».

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