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In Sicilia i forestali delusi preparano la rivolta

Non c’è traccia nella Finanziaria nazionale dei 55 milioni promessi per aumentare le giornate di lavoro e lo stipendio dei 15 mila stagionali. Cgil, Cisl e Uil annunciano la mobilitazione

PALERMO.PROTESTA E CORTEO DI FORESTALI,LAVORATORI ESA E CONSORZI DI BONIFICA..Ph.Alessandro Fucarini.

La tregua è finita. I forestali si preparano alla mobilitazione, in un clima reso incandescente dagli annunci fatti alla vigilia della Finanziaria e rimasti sulla carta. E così, passata l’Epifania, si aprirà alla Regione la prima vertenza del 2025, che porterà in piazza e sull’Aventino una delle categorie più elettoralmente influente.
I 15 mila addetti alla prevenzione e allo spegnimento degli incendi si attendevano dalla Finanziaria nazionale una valanga di fondi con i quali la Regione avrebbe poi aumentato il loro impiego nel 2025 e avviato la stabilizzazione negli anni successivi.

La Lega si era intestata questa manovra. Che viaggiava su due binari: il coordinatore regionale e parlamentare nazionale, Nino Germanà, aveva annunciato nella Finanziaria targata Meloni-Giorgetti un budget di 55 milioni all’anno per i prossimi 5 anni. Soldi che si sarebbero aggiunti allo stanziamento ordinario della Regione. E con questi gli assessorati all’Agricoltura e all’Ambiente avrebbero poi aumentato le giornate e lo stipendio dei precari.

Era stato l’uomo forte della Lega in Sicilia, Luca Sammartino, a svelare ai sindacati i dettagli del piano: l’aumento delle giornate lavorative avrebbe coinvolto tutti gli stagionali, che sono 14.783. I 1.926 che oggi svolgono 78 giornate e i 7.876 che arrivano a 101 sarebbero saliti fino a 156. I 4.981 operai che fino a quest’anno hanno svolto 151 giornate lavorative dovevano salire fino a 178. Dal 2026 sarebbero scattate le stabilizzazioni, da prevedere in una riforma che doveva vedere la luce contemporaneamente alla Finanziaria regionale.

Ma né la manovra nazionale né quella regionale contengono le norme annunciate. E Cgil, Cisl e Uil l’hanno presa malissimo: «Ci piacerebbe tanto sapere cosa ne sia stato di quelle promesse», è la sintesi dei segretari generali di Fai-Flai-Uila Sicilia, Adolfo Scotti, Tonino Russo e Nino Marino.

Che già tra fine novembre e i primi di dicembre - proprio in virtù degli annunci della Lega - avevano sospeso una protesta di piazza che avrebbe portato migliaia di operai sotto Palazzo d’Orleans.

Ora la miccia della protesta è stata riaccesa: «La politica perde credibilità e noi siamo pronti a far ripartire la mobilitazione - ha annunciato ieri Tonino Russo della Cgil -. Dopo l’Epifania riuniremo i gruppi dirigenti dei sindacati e pianificheremo la protesta». È il segnale che il dialogo fra governo e sindacati si è spezzato. Anche se la Cisl, col segretario della Fai di Palermo, Franco Nuccio, dà un’ultima chance al governo regionale di riannodare il filo del confronto: «Ci è stato prospettato per le vie informali che la situazione può essere recuperata col Collegato alla Finanziaria che dovrebbe essere discusso all’Ars a gennaio. Vedremo. Ma se anche questo appuntamento si rivelasse un bluff non ci sarebbe altra via alla protesta più dura».

Sammartino, ex assessore all’Agricoltura e big sponsor di Salvatore Barbagallo che ha preso le redini in questa fase, prova a stilare un nuovo calendario: «La Lega aveva fatto la propria parte, presentando un emendamento alla Finanziaria nazionale che stanziava i 55 milioni all’anno. Non è stato approvato e spero che ciò non sia dovuto alle perplessità di qualche alleato. Io posso garantire che durante i lavori della Finanziaria regionale abbiamo fatto accantonare nel bilancio regionale 15 milioni con cui finanziare la riforma, che sono sicuro il governo approverà entro la primavera in giunta per poi essere varata all’Ars prima della nuova stagione estiva».

 

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