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Assemblea Regionale Siciliana, la manovra dei contributi molteplici agli stessi Comuni

La sagra del carciofo, a Cerda

La Finanziaria della Regione Siciliana non fa distinzione fra religioni, nemmeno fra confessioni diverse di una stessa fede. Così a Milena sono arrivati due finanziamenti per altrettante chiese: uno da 40 mila euro per quella, cattolica, dell’Immacolata, l’altro da 30 mila per quella evangelica. Fotografia perfetta di quanto accaduto all’Ars nella notte di venerdì, quando nel maxi emendamento frutto dell’accordo fra maggioranza e opposizione, sono piovute (ed entrate con successo) 1.202 singole voci di finanziamento ad hoc per una spesa extra di oltre 100 milioni. Tutti assegni intestati e senza bando.

Il veicolo per spostare finanziamenti sui territori di provenienza dei deputati sono stati i Comuni, destinatari di una pioggia di contributi mai vista prima. A volte però lo stesso sindaco si è visto accreditare due o più finanziamenti per finalità molto simili. Ciò perché, spiegano i più navigati frequentatori dell’Ars, sullo stesso Comune sono arrivati gli emendamenti del deputato di maggioranza e di quello di opposizione provenienti da quel collegio elettorale.

Gela, per esempio, città natale del vice presidente dell’Ars, Nuccio Di Paola (5 Stelle), ottiene 12 contributi per un totale di un milione e 420 mila euro. La maggior parte degli emendamenti a favore della seconda città nissena è destinata a opere urbane e poi ci sono 300 mila euro per la promozione turistica (il contributo record per questa voce). Caltanissetta, da dove arriva il forzista Michele Mancuso, riceve invece ben 16 contributi.

Da Cerda proviene il capogruppo leghista Salvo Geraci (che è anche sindaco). E a Cerda arrivano tre finanziamenti pesanti per la sagra del carciofo (110 mila), per la scuola (40 mila) e 215 mila per sistemare il bilancio.

Nella provincia di Palermo pesca elettoralmente il deputato del Pd Mario Giambona. Ed ecco che così si sono moltiplicati gli emendamenti a favore di Capaci (4 che valgono 152 mila euro) e Cinisi (3 che mettono insieme 100 mila euro). Ma nello stesso bacino elettorale si muove anche il forzista Marco Intravaia, che ha fatto piovere più di dieci emendamenti a favore di Monreale per un valore totale di un milione e 288 mila euro.

Su Ragusa si muovono invece due colossi del Parlamento, il meloniano Giorgio Assenza e il Dem Nello Dipasquale ed ecco che così sono arrivati tre finanziamenti per la stessa cosa: 100 mila euro «per la messa in onda di spot promozionali», altri 100 mila per «prodotti televisivi di promozione turistica» e 300 mila per altri «interventi di promozione turistica». Anche se poi sulla sola Modica, città natale di Assenza, sono arrivati 18 emendamenti che valgono 2 milioni e 220 mila euro.

Il servizio Studi del Pd si è preso la briga di passare ai raggi X la Finanziaria mettendo in evidenza doppioni e anche evidenti discrasie sul trattamento di materie identiche. Nel documento dei Dem ci si stupisce, per esempio, del finanziamento del festival del pesce ad Augusta «dove i due terzi del mare sono inibiti alla pesca». A Palermo c’è poi un finanziamento a una parrocchia, quella della Provvidenza, che con 40 mila euro darà vita a un poliambulatorio medico. E poi invece tutti i 9 capoluoghi si divideranno un mini budget da 200 mila euro per finanziare la culla della vita, che garantisce assistenza alle donne che intendono abbandonare i neonati.

Sempre dalla «radiografia» della manovra fatta dal Pd emerge il finanziamento da 300 mila euro al Comune messinese di Fiumedinisi: lì è nato uno degli (ex?) leader dell’opposizione, Cateno De Luca, che proprio ieri ha annunciato il nuovo feeling con il governatore Renato Schifani.

Il termometro del clima nel Pd è un post del componente della direzione nazionale Sergio Lima: «Con la Finanziaria nasceranno campi di padel, tennis, campetti parrocchiali in centri dove l’acqua arriva una volta a settimana... Tutto grazie a emendamenti che non portano neanche la firma dei presentatori. Ai deputati va chiesto di metterci la faccia: dicano ai cittadini cosa hanno finanziato perché per fare i regali hanno usato i loro soldi».

Di fronte a tutto ciò ieri sulla manovra è arrivata perfino la sonora bocciatura dell’Anci. L’associazione dei sindaci, guidata da Paolo Amenta, certifica proprio la mancanza di una logica generale nell’erogazione dei fondi: «Le risorse stanziate con la manovra non vanno incontro alle esigenze reali degli enti locali. Non è prevista alcuna misura per intervenire sulla debolezza organizzativa e finanziaria dei Comuni che continueranno anche nel 2025 a non approvare gli strumenti finanziari, a dichiarare dissesto ed a ricorrere a piani di riequilibrio». Di più, per l’Anci «rispetto alla gestione dei rifiuti, i sindaci ancora una volta saranno costretti ad aumentare la Tari». Da qui la conclusione dell’Anci: «In questo senso le tante risorse stanziate per parcellizzati interventi infrastrutturali, di promozione, per feste e manifestazioni varie, marketing territoriale, ristrutturazione di singole chiese, impianti sportivi e cose simili, se pure hanno incontrato il favore dei territori coinvolti, non possono incidere certamente sulle criticità sostanziali».

Il presidente Schifani si è mostrato irritato e ha ricordato che Amenta è un uomo del Pd che «continua a comportarsi come un esponente di partito anziché come il rappresentante di tutti i Comuni. All'interno della sua associazione aumentano il malumore e la sfiducia nei suoi confronti. Fin quando il suo approccio sarà questo sarà veramente difficile poter avere un dialogo con lui». E per il forzista Giulio Tantillo, vice presidente di Anci, «la presa di posizione di Amenta non è stata né condivisa né discussa all'interno dell'associazione». Allo stesso modo il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ritiene quelle di Amenta «critiche ingenerose, considerato che il governo regionale sta facendo ogni sforzo per sostenere i Comuni».

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