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Manovra finanziaria, l'assessore Dagnino: «Vogliamo chiudere in tempi rapidi per evitare l'esercizio provvisorio»

«L'intenzione è quella di chiudere la manovra nel modo più condiviso e snello possibile. C'è stato un confronto con le forze politiche della maggioranza, su possibili spazi di miglioramento. L’idea è quella di arrivare lunedì in commissione Bilancio all’Ars ad un’approvazione con un testo condiviso quanto più possibile da tutte le forze politiche, per snellire al massimo i lavori d’aula. Questo ci consentirebbe di approvare la manovra entro la fine dell’esercizio corrente, per evitare l’esercizio provvisorio. Siamo di alcuni giorni in anticipo sulla tabella di marcia. Per agevolare i lavori dell’aula contiamo di incardinare il disegno di legge il 12 dicembre. Nella settimana successiva, poi, si potrà ampiamente discutere in aula».

Lo ha detto l'assessore regionale all’Economia Alessandro Dagnino, dopo l'incontro avuto con il presidente della Regione, Renato Schifani, sul maxi-emendamento proposto dalla maggioranza alla manovra di stabilità.

«Avevamo volutamente introdotto un disegno di legge snello per poi riservarci, nel dibattito con la maggioranza, ulteriori spazi aggiuntivi - prosegue -. L’idea è cercare di introdurre delle misure che mirano a premiare il concetto di meritocrazia nelle finanze della Regione. Ad esempio, un fondo che premia i Comuni virtuosi che aumentano le percentuali di riscossione di tributi propri, da 4 milioni e mezzo di euro. A questo fondo i Comuni possono concorrere, se approvano il rendiconto consuntivo entro il 30 aprile del 2025, che è il termine ordinario previsto dalla legge. La seconda condizione per concorrervi - spiega - è che realizzino un incremento della riscossione delle entrate proprie, rispetto all’esercizio precedente almeno del 5%. In questo modo speriamo di risolvere l’annoso problema del ritardo degli enti locali nell’approvazione delle norme».

Un'altra misura «è quella legata ai compensi delle società partecipate - spiega ancora Dagnino -. L’idea del governo è riformare il meccanismo di remunerazione dei presidenti delle partecipate uniformandolo a quello delle realtà nazionali, il che comporta una riduzione dei compensi base e un aumento per quegli amministratori che siano titolari di deleghe. Quello che leviamo da un lato, quindi, lo recuperiamo in aggiunta a coloro che assumono maggiore responsabilità nel risultato».

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