Ma è scontro tra il presidente dell'Ars Galvagno e La Vardera: «Fuori dall'aula, non siamo alle Iene»
«Lei non conosce le regole minime di un Parlamento, qui non siamo alle Iene. Lei non può fare la morale agli altri deputati, lei non può fare populismo. Ha utilizzato più tempo di quello che aveva a disposizione, adesso gentilmente si accomodi fuori dall’aula». Così il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno al culmine di un botta e risposta con il deputato Ismaele La Vardera (ex Sud chiama Nord transitato al gruppo Misto) che è intervenuto sulle variazioni di bilancio con toni accesi nei confronti del governatore e di alcuni parlamentari. Il richiamo di Galvagno è arrivato dopo che La Vardera aveva accusato il presidente della Regione Renato Schifani di «fare il moralista sul modo in cui spendere i fondi di questo ddl solo perché sa che non c'è il tempo di finanziare società e associazioni, perché quando nelle scorse leggi si è potuto fare sono stati presentati da alcuni deputati di maggioranza emendamenti a favore di associazioni che avevano domicilio in casa dei genitori; per non parlare del finanziamento alla società nella quale lavora il figlio di Schifani». Invitato a uscire dall’aula da Galvagno, La Vardera è rimasto immobile sul pulpito, continuando a urlare a microfoni spenti e circondato da altri parlamentari che hanno cercato di riportarlo alla calma. «Non si possono accettare lezioni di moralità dall’onorevole Ismaele La Vardera, colui il quale stabilisce principi che per gli altri devono valere mentre per lui no: il reuccio mi sa che in questo caso è proprio lui», ha poi affermato il presidente Galvagno. «Ha sempre dichiarato in tutte le sedi di non voler mai cambiare le regole in corso d’opera, dispiace ricordare però che proprio lui ha chiesto che questo principio non valesse per lui - ha detto Galvagno -. Ne è conferma il fatto che quando è stato eletto vice presidente della commissione regionale Antimafia, dimostrando così che anche lui è figlio degli accordi, abbiamo dovuto modificare il regolamento proprio per farlo rimanere vice presidente. Dispiace constatare ancora una volta che questo parlamentare utilizza il podio come telecamera televisiva». La replica di La Vardera non si è fatta attendere: «Per zittire la mia denuncia gravissima il presidente mi ha interrotto violando la mia insindacabilità di deputato nell’esercizio delle mie funzioni, ma soprattutto è venuto meno nel suo ruolo di terzietà non spendendo una sola parola per la grave denuncia che ho fatto che, guarda caso, riguarda un deputato del suo stesso partito Fratelli d’Italia». «Chiederò immediatamente un incontro con il presidente della Repubblica in difesa dei settemila elettori che mi hanno eletto democraticamente a rappresentarli in questo Parlamento - ha aggiunto La Vardera -. Non è accettabile quello che continua a fare il presidente dell’Assemblea Galvagno nei miei confronti, appellandomi con epiteti del tipo non siamo più in tv, sei un tiktoker. Tutto questo astio perché ho denunciato in aula di aver scoperto che un deputato avrebbe dato dei soldi ad una associazione che ha sede a casa della madre. Apriti cielo, il presidente mi ha interrotto dicendo che non potevo fare lezioni di morale perché non ero credibile».