Il centrodestra prepara il blitz, per il quale c’è un margine di manovra di appena un paio di settimane. Il piano dei leader della maggioranza prevede di annullare il voto di secondo livello nelle ex Province a pochi giorni dall’apertura dei seggi e di approvare all’Ars una legge che reintroduca l’elezione diretta di presidenti e consiglieri.
Il blitz è stato pianificato a Palazzo d’Orleans ieri mattina durante un vertice di maggioranza non avulso dai dubbi di alcuni alleati, soprattutto quelli dei meloniani.
Materia complicata dal punto di vista tecnico giuridico ma dagli effetti politici enormi. Calendario alla mano, da qualche giorno è iniziato un countdown che porterà per la prima volta nella storia siciliana alle cosiddette elezioni di secondo livello.
Significa che il 15 dicembre per eleggere i presidenti e le assemblee dei Liberi Consorzi (eredi delle ex Province anche se mai nati del tutto) saranno chiamati alle urne solo i sindaci e i consiglieri comunali del territorio. E lo stesso vale per l’elezione dei consigli metropolitani mentre al vertice delle Città Metropolitane vanno di diritto i sindaci del capoluogo.
Ma da qualche giorno nel centrodestra maturano dubbi su tutta la procedura, emersi con forza nel primo vertice di maggioranza svoltosi lunedì mattina. In primis i leader temono di non controllare i sindaci, che potrebbero costruire in vista delle elezioni alleanze atipiche fra amministrazioni confinanti anche se di diverso colore politico.
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