Approvati tutti gli articoli, la legge che finanzia la lotta al crack può essere considerata al traguardo. Manca il voto finale all'intero testo. È stato rinviato a domani per consentire al presidente della Regione, oggi impegnato a Roma, di essere presente. Il testo è composto da 16 articoli, tutti passati quasi senza emendamenti, che creano un sistema di prevenzione (attraverso attività nelle scuole e nei quartieri a rischio) e anche di assistenza per chi è già nel tunnel della droga. In particolare nasceranno delle unità mobili di medici e assistenti sociali create dalle Asp che interverranno in modo capillare sul territorio. In più verranno siglati accordi con i privati per nuove strutture di accoglienza che si sommeranno a quelle che dovranno creare le Asp. Questo è il fronte della lotta che riguarda i soggetti e le aree più a rischio. Mentre per il resto verranno attivate convenzioni con enti del terzo settore che creeranno centri di assistenza per i tossicodipendenti in situazione meno grave. Altri pool di medici verranno destinati alle carceri. Il budget stanziato dal governo è di 11,2 milioni. Due milioni e mezzo serviranno per le unità mobili di assistenza. A ciascuna Asp di Palermo, Catania e Messina saranno erogati 800 mila euro, per un totale di 2,4 milioni di euro, per realizzare dei centri di prima accoglienza. Alle altre Asp provinciali saranno erogati, per la stessa finalità altri 3 milioni. E ancora, il governo ha stanziato 1,7 milioni per le attività di prevenzione nelle scuole e altri 3 milioni (per il 2025 e il 2026) sono stati previsti per le «attività di inclusione lavorativa dei soggetti assistiti». In quest’ultimo caso si tratta di fondi europei. I 16 articoli sono stati approvati con voto unanime di tutto il Parlamento, come testimonia il fatto che gli emendamenti al testo base sono stati pochissimi. «Noi vigileremo affinché questa legge non faccia la fine di quella per il diritto allo studio. Quello che noi dobbiamo fare è consentire un funzionamento del sistema ordinario. Le strutture presenti, per il contrasto alle dipendenze da droga, sono insufficienti. Ricordiamo che, solo a Palermo, oggi, delle cinque strutture che abbiamo ne funzionano solo tre» è stato il commento di Valentina Chimici (Pd). Mentre per la grillina Roberta Schillaci «non possiamo che esprimere grande soddisfazione per lo stanziamento di 11 milioni di euro destinati alla legge sul crack che saranno fondamentali per aiutare le famiglie a lottare contro questa terribile piaga dilagante in Sicilia. Ringraziamo il presidente della Regione che ha accolto le istanze dei deputati e gli uffici che hanno compilato le relazioni tecniche di accompagno, ma soprattutto le associazioni che hanno contribuito alla stesura del ddl sulle dipendenze». La legge per intensificare la lotta al crack era stata spinta dall'arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, che aveva segnalato con enfasi l'inerzia della politica di fronte a emergenze come quella che si vive ogni giorno in quartieri del capoluogo, Ballarò in primis.