Palermo

Venerdì 20 Settembre 2024

Palermo, bufera sul presidente dell'Amat: ma il suo intervento in Consiglio comunale salta per mancanza del numero legale

Il presidente dell'Amat, Giuseppe Mistretta

Manca il numero legale e il Consiglio comunale di Palermo non riesce ad affrontare la delibera sull’avanzo di 67 milioni e ad ascoltare il presidente dell’Amat Giuseppe Mistretta. La riunione di oggi, 18 settembre, è durata pochi minuti. Il presidente Giulio Tantillo, dopo l’appello dei presenti, ha sciolto la seduta. La maggioranza non ha garantito il numero legale nonostante la presenza dei due esponenti dell’opposizione componenti del gruppo Oso. Ieri il presidente dell’Amat Giuseppe Mistretta si era impegnato a intervenire in aula per spiegare le motivazioni dell’email con cui aveva chiesto al capogruppo Dc Domenico Bonanno di non trascendere nelle critiche all’azienda trasporti e alla sua gestione. Bonanno, ieri in aula, ne aveva chiesto le dimissioni. L’intervento del sindaco Roberto Lagalla e del presidente Tantillo aveva indotto Mistretta ad annunziare per oggi il suo intervento chiarificatore a Sala Martorana. Tutto rinviato per l’impossibilità di avviare la seduta. Critiche arrivano dalle opposizioni. «Assistiamo di volta in volta a spaccature all’interno delle varie forze di maggioranza. Ora è la volta di quella tra Forza Italia e la Nuova Democrazia Cristiana per le poltrone delle partecipate. Il sindaco non può governare la città se non riesce a governare la sua maggioranza rissosa e inconcludente», scrivono i gruppi consiliari di Pd, Movimento 5 Stelle, Alleanza verdi sinistra e Gruppo misto. Il gruppo Oso parla di «spettacolo osceno della politica palermitana». Mistretta ieri non ha gradito alcune esternazioni del consigliere Domenico Bonanno, della Dc. E gli ha fatto scrivere dagli avvocati: «I toni e le espressioni da lei utilizzati appaiono trascendere il legittimo diritto di critica e risultano screditanti sia per la professionalità e decoro del presidente che per il prestigio e l’immagine dell’azienda». Una diffida bella e buona che ha fatto scoppiare il putiferio. Il presidente dell'Amat si è attirato critiche da destra e da sinistra. Nemmeno il sindaco, Roberto Lagalla, lo ha difeso. La seduta del Consiglio di ieri è stata monopolizzata da questo episodio. L’atteso intervento del sindaco sull’avanzo di amministrazione è passato in secondo piano. Si è preso la scena Bonanno che ha detto di giudicare «gravissimo» l’accaduto. L’esponente diccì aveva criticato alcune scelte aziendali - come quella poi naufragata di assoldare le guardie giurate per fare più cassa dalle zone blu - e aveva chiesto l’accesso ad alcuni atti senza essere accontentato. «Viene scritto - protesta - che la condivisione degli atti aziendali non rientra negli obblighi del presidente dell’Amat, eppure le norme riconoscono ai consiglieri il diritto ad ottenere tutte le informazioni utili al loro mandato». Lagalla si è chiuso in una stanza coi capigruppo di maggioranza e opposizione. Si è scelta una linea per tentare di salvare capra e cavoli: l'ingresso in Aula del sindaco per introdurre il tema dell’avanzo e poi parola a Bonanno. E così ieri è accaduto. L’esponente democristiano ha sferrato il suo attacco. Citando un passo della missiva in cui dall’avvocato Valentina Castellucci (peraltro incaricata dalla società per altre cause) viene invitato ad «astenersi da future valutazioni e considerazioni personali che possano ledere la reputazione di Mistretta e l’immagine dell’Amat». Lagalla ha difeso le prerogative consiliari, parlando di atto «improvvido» e addirittura «suicida per le istituzioni». Una solidarietà senza se e senza ma. E su ciò che gli inquilini di Palazzo delle Aquile possono e non possono fare ha pronunciato parole definitive: «Le funzioni del consigliere comunale - ha spiegato ieri Lagalla - sono sovrane nella materie di competenza compreso il controllo e l’accesso ispettivo per gli atti dell’amministrazione attiva e delle aziende partecipate. La libertà di espressione e di parere è elemento di valore prioritario e va tutelato». «Amareggiato, profondamente amareggiato» si è detto il presidente Giulio Tantillo prima di chiudere la seduta e aggiornarla a oggi. Nel frattempo Lagalla ha convocato Mistretta per avere spiegazioni su quanto accaduto. Nel primo pomeriggio di ieri lo ha incontrato assieme a Tantillo. Alla fine si è trovata la soluzione dell'intervento del presidente dell’azienda di trasporto urbano in Sala Martorana. Ma oggi alla fine è saltato tutto per mancanza del numero legale.

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