Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Palermo, restano i controlli psicoattitudinali per i vigili che usano le armi: verifiche ogni tre anni

Il Consiglio comunale trova l’unanimità dopo un lungo dibattito, soddisfatte le opposizioni che avevano paralizzato la discussione

I vigili urbani ogni tre anni dovranno sottoposti a testi psico fisici sull'uso della pistola. Lo ha deciso il Consiglio comunale di Palermo dopo giornate di scontri e rinvii.

Il Consiglio ieri (10 settembre= è rimasto aperto sostanzialmente quasi una giornata intera: fra interruzioni, ripartenze, intese stracciate e accordi raggiunti. Ma bisognerà attendere il cuore della notte perché alla fine maggioranza e opposizione trovino un punto di caduta. In ballo c’era la delibera sulla modifica del regolamento sull’uso delle armi della polizia municipale di Palermo. Il dissidio riguardava il mantenimento o meno delle visite psico attitudinali ogni 12 mesi per gli agenti che detengono la pistola per ragioni di servizio. Visite che erano già previste dal regolamento del 2018 che ora stato aggiornato. Il centrodestra, con il comandante Angelo Colucciello, era fermo sul fatto che bisognava eliminare l’obbligo, peraltro non previsto dalla legge. Le opposizioni, invece, hanno dimostrato che la legge lascia ai Comuni la facoltà di decidere se fissare i controlli.

Un braccio di ferro che ha paralizzato il Consiglio per giorni. Fratelli d’Italia, partito in cui milita l’assessore Dario Falzone che firmava il provvedimento, ne ha fatto un punto d’onore. Tanto è vero che ha preteso dal sindaco un intervento per fare passare la delibera e solo dopo affrontare il tema delicato dei 60 milioni di euro per investimenti dell’avanzo di amministrazione.
Alla fine la mediazione è stata trovata quando le speranze sembravano svanire. Le opposizioni hanno cambiato proposta e le visite degli agenti della polizia municipale verranno effettuate ogni 36 mesi. Insomma la maggioranza ha dovuto ripiegare su una soluzione che certamente può far cantare vittoria alle opposizioni. Decisivo, a quel punto, è stato il parere favorevole del comandante Colucciello che dopo una sfilza di no ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco.

Ma in tutta questa storia c’è un paradosso che vale la pena di rammentare. E cioè che nei sette anni in cui il regolamento imponeva l’obbligo dei test psico fisici nessun vigile urbano ha mai visto uno psicologo o un medico che lo visitassero per ragioni di servizio.«In questo dibattito abbiamo appreso che in passato la verifica non è stata fatta e abbiamo riconosciuto che sull’uso delle armi è necessario il controllo da parte di esperti in grado di valutare lo stato di salute dei vigili», ha detto Mariangela Di Gangi del Partito democratico.
Per Carmelo Miceli del Gruppo Misto, «è stata evitata l’approvazione della delibera originale che avrebbe potuto costringere l’Avvocatura generale a smentire se stessa davanti al Tar. Si è invece affermato che il Consiglio comunale legittimamente può disciplinare la materia garantendo l’utilizzo delle armi previa la verifica delle condizioni di chi le usa. Resto del parere che sarebbe stato meglio predisporre una verifica annuale».

A favore della delibera si è espresso Ugo Forello, del gruppo Oso, che riconosce il lavoro del Consiglio verso una soluzione ragionevole del conflitto manifestatosi in aula. «Il Consiglio ha anche collegato il Regolamento alla destinazione di apposite risorse nel prossimo bilancio pluriennale» ha precisato Giuseppe Milazzo, capogruppo Fratelli d’Italia. Nell’ordine del giorno, approvato all’unanimità, si chiede al governo nazionale l’istituzione di un programma di visite mediche annuali per le forze dell’ordine che sono soggette ogni giorno a situazioni di alto stress psicologico.

 

Caricamento commenti

Commenta la notizia