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Dall’Ast all'Esa agli Iacp: alla Regione Siciliana si apre la partita delle nomine di sottogoverno

Lo Iacp di Palermo

Nel conto ci sono già postazioni considerate di serie A come quelle all’Istituto Vite e Vino e negli Iacp. E poi anche partecipate molto in difficoltà, ma dal grande peso politico, come l’Ast. In totale si tratta di quasi un centinaio di nomine. E così scattano i tempi supplementari nella maggioranza di centrodestra dopo le spaccature maturate intorno alla scelta dei direttori sanitari e amministrativi di Asp e ospedali.

Nelle segreterie di partito circola da giorni una griglia con tutti gli enti e le partecipate i cui vertici sono in scadenza. Si tratta della quasi totalità della galassia regionale, visto che all’inizio del suo mandato Renato Schifani optò per inviare commissari in questi enti. Ora invece si apre la fase delle nomine definitive. E il presidente proverà a ricucire su questo terreno con tutti i delusi della maggioranza: «È giunto il momento di aprire il dossier del sottogoverno. E in questo caso si tratta di scelte a totale competenza della politica. Non è come nel caso dei direttori di Asp e ospedali, lì si trattava di competenze amministrative dei manager». Poi un messaggio chiaro agli alleati: «Nei prossimi giorni partirà un confronto sul sottogoverno, ci sarà spazio per tutti».

Nella griglia che ogni leader di partito ha già sul tavolo sono cerchiate alcune postazioni: in primis l’Istituto Vite e Vino (che in realtà da qualche anno si chiama Vino e Olio) e gli Iacp. Negli Istituti autonomi case popolari, che sono 10, c’è da nominare l’intero consiglio di amministrazione e il collegio dei revisori. E poi sono vuote le caselle dell’Ente Sviluppo Agricolo. E ancora, ci sono da scegliere i vertici degli Ersu (gli enti per il diritto allo studio universitario) e quelli dei consorzi universitari. Si tratta di poltrone che danno una grande influenza politica ai partiti: per questo motivo sono ambite anche se pesano molto meno dei vertici di Asp e ospedali appena individuati. Anche se c’è pure un’ultima poltrona da assegnare nella sanità pubblica: quella del direttore Formazione del Cefpas.

Ci sarebbero da rinnovare anche i vertici dei consorzi di bonifica, anche se per enti così in crisi e a un passo dalla riforma che ne modificherà strutturalmente gli assetti è prevedibile che si punti ancora su commissari.

Sul piatto in ogni caso Palazzo d’Orleans metterà decine di incarichi (anche quello all’Ast, caro all’Mpa che è fra le forze politiche più critiche in questa fase). Il tutto a pochi giorni dai 36 posti assegnati in Asp e ospedali e mentre all’Ars potrebbe partire in contemporanea l’esame della legge che permetterà ai sindaci di nominare un assessore in più (in totale 390), un secondo vice presidente del consiglio comunale e consiglieri supplenti dei colleghi entrati in giunta. E all’orizzonte Schifani lascia intravedere ai partiti anche la possibilità di qualche ritocco in giunta: l’occasione potrebbe arrivargli a gennaio se davvero Fratelli d’Italia chiedesse di avviare una staffetta ai Beni Culturali fra Francesco Scarpinato e un esponente dell’area etnea. A quel punto il presidente potrebbe valutare anche di mettere un assessore politico alla Sanità, come gli chiedono i deputati del suo partito.

Che queste nuove trattative riporti il sereno nella maggioranza, andrà verificato passo dopo passo. Intanto sempre ieri il coordinatore regionale forzista Marcello Caruso ha contattato le segreterie di tutti i partiti alleati per programmare un vertice di maggioranza chiarificatore. Caruso ha ottenuto la disponibilità di tutti i leader e programmerà l’incontro nella settimana che va dal 16 al 21 settembre.

La maggioranza però resta una pentola a pressione. Il fronte che fa capo a Raffaele Lombardo e Gianfranco Micciché ha arruolato parecchi delusi in tutti i partiti, anche in Forza Italia. Malgrado Edy Tamajo abbia smentito ieri le voci che lo indicano come un aspirante alla successione a Schifani nel 2027. «È fondamentale riconoscere che Renato Schifani è il naturale governatore. Se deciderà di ricandidarsi alle prossime elezioni regionali, avrà tutto il diritto di farlo ed il mio assoluto sostegno», ha scritto l’assessore alle Attività Produttive sui suoi profili social. Una posizione ribadita anche da Salvatore Cardinale, che resta il padre putativo di una vasta area moderata confluita dentro Forza Italia: «Il candidato presidente sarà di nuovo Renato Schifani. Si lavora per questo ed è una cosa naturale».

Palazzo d’Orleans osserva le mosse interne alla maggioranza. Soprattutto quelle che arrivano dal Catanese, dove Fratelli d’Italia esprime i leader che possono ambire a succedergli nel 2027 (in primis il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e Salvo Pogliese). Il vertice di maggioranza convocato da Caruso è un tentativo di ricucire in particolare con Lombardo, che aveva lamentato mancanza di collegialità all’indomani delle nomine in Asp e ospedali e aveva chiesto un vertice di maggioranza.

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